scegli argomenti:

domenica 15 agosto 2021

L’AFGANISTAN nel diffuso immaginario anni 70.

 L’AFGANISTAN nel diffuso immaginario anni 70.

Ritornano, a cadenze prevedibili, parole chiave di tematiche ricorrenti. Non poteva mancare quella sull’Afganistan.
Talebani/Isis, motorizzati con land rover statunitensi, finanziati con soldi occidentali, accesi nella mente dall’integralismo religioso… Stanno riconquistando tutto il paese. Stamattina la capitale Kabul!
Qualche racconto cinematografico ci ha mostrato quella realtà un po’ di anni fa. Leggiamo e sappiamo che donne e ragazze devono tornare rigorosamente nelle case; e metter fuori la testa solo con il burqa. Già, troppo comodo sarebbe il chador, quel velo che trasforma le donne in un’ombra ondeggiante… Ci vuole proprio il burqa, magari nero preferibilmente. Al massimo la griglia sugli occhi ricamata permetterà loro di vedere il minimo essenziale senza essere viste…
La legislazione italiana ha perseguitato europei e connazionali che avevano provato a collaborare con le donne delle armate curde anti talebane: terroriste!
Quatton quattoni con le loro barbe immense a bavagliolo pendenti, i rappresentanti dell’oscurantismo islamico, con i tanti bei soldini ricevuti da noi occidentali, con i fuoristrada potenti, col petrolio che pescano a bizzeffe… Basta un niente. Distrarsi e dimenticarsene un momento… E la peggiore e più lugubre rappresentazione di un medioevo del pensiero riconquista terreno.
Mi capita di soffermarmi sulle parole.
Nel 1975 attraversai tutto l’Iran fino all’oceano indiano. In certi punti il termometro sull’auto segnava 58/65°. Deserti di sale e deserti di sabbia sconfinati. Il mare oceano un brodo caldo col triangolo dei pescecani. Si salvavano le maioliche delle moschee di Shiraz, Tabriz,… Teheran una città da quarto mondo. Col puzzo dei motori con troppo pochi ottani. Gli scoli dei liquami tra la superficie stradale e il marciapiede formavano rigagnoli.
Eppure, nell’immaginario che mi avevano raccontato descritto, di lì a due passi c’era quel paradiso sconosciuto, fantastico, colorito di stoffe, tappeti e di intensi profumi e incensi.
Dopo un viaggio del genere, mica eravamo matti a fare una puntatina anche lì dentro. Tanto più che noi che ci andavamo non eravamo tra i patiti affascinati dall’erba o da altre sostanze.
Mi è rimasto nella mente, quel fotogramma mentale intravisto altrove. Quello per me era l’Afganistan. Poi tutti quei graduali e sempre più violenti sconquassi. Caduta la monarchia, il tentativo rivoluzionario e il governo democratico popolare… Poi l’ingresso dell’Urss, guardiano tutelare invasivo e invadente. I mujaheddin, a gruppi e fazioni litigiose. L’abbandono dell’Urss. Gli interventi della C.I.A. e degli USA. E la nascita graduale, brutale, strisciante e invadente dei talebani. Lo Stato islamico! Al-Qa.ida. Osama Bin Laden…
Ciuffo giallo Trump ritira le truppe USA. L’Italia ritira i suoi contingenti.
Nel frattempo la bieca feroce ondata nera distrugge templi, statue millenarie, cultura…
Mentre bruciano la Sardegna, il meridione, addirittura la Siberia, il caldo diventa infernale. Un rogo. In esso avanzano le truppe talebane. Fuggi fuggi di ragazze e donne nell’ombra delle case fatiscenti. Esodi di massa verso l’esterno. La collaborazione con le truppe nere da parte degli Stati vicini e del Pakistan.
Lì dentro, in quel girone infernale, pure lui assediato, il presidio di Emergency… Dove venivano curati, con ricostruzione di arti artificiali, donne e bambini e disperati che sopravvivevano alla morte. Ce lo ricordava qualche giorno fa, prima che accomiatarsi da noi, l’ottimo dottor Strada.
Il tempo fa anche questo. Il mio immaginario fotografico e di odori di quel paese remoto: distrutto anch’esso, polverizzato come le statue della cultura e della religione antichissima perché offendevano l’Islam integralista…
I ghiacciai si sciolgono. Il clima impazzito è assolutamente fuori controllo. La pandemia falcidia milioni di vite umane.
Che cosa è mai, al confronto, l’entrata delle truppe nere a Kabul?
La dissoluzione sbriciola quel che c’era ancora di bello da vedere e da pensare.
Da vedere a metà, per chi gradualmente può vedere solo mentalmente, per danni al nervo III cerebrale oculomotore…!
La mente però è viva. Il ricordo non si consuma. La fantasia permette di sognare anche ciò che diventa sempre più irrimediabilmente perduto.
Nanni Omodeo Zorini
Margherita Gionni e Valeria Ferri
Condivisioni: 3
Mi piace
Commenta
Condividi

Nessun commento: