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mercoledì 24 febbraio 2021

ECO (6)

 ECO (6)

Aveva ascoltato la narrazione con attenzione.
Navigando nel Web la fanciulla era stata colpita dalla brutalità del fenomeno delle spose bambine.
Poneva ora l’accento e la sua curiosità sul significato autentico dell’essere o non essere umani.
I viventi, mammiferi, discendenti dai Nehandertal, avevano ereditato DNA e caratteristiche somatiche. Tout court definite come umane.
E lei aveva colto la contraddizione insita nel termine stesso. Umano = discendente per procreazione da altri umani. Accanto all’altra accezione: umano in quanto dotato di sensibilità, pietas, empatia, accettazione e vicinanza emotiva.
E l’aveva buttata lì nel piatto con la sua spontaneità naif. Ingenua e insieme molto mirata e centrata.
Scambiarono alcune idee tra loro. In proposito e passando in rassegna componenti e aspetti a volte presenti negli umani. A volte totalmente assenti se non nel proprio rovescio e opposto.
“Hai toccato un aspetto essenziale. Dici che ti manca un corpo biologico, ma per tua fortuna ti mancano anche preconcetti e dati antropologicamente acquisiti dalla cultura degli esseri umani, dalla loro storia, dei loro vissuti, dalle loro aberrazioni.
Mi onori a definirmi e a considerarmi tuo maestro. Proverò, a passare in rassegna alcuni elementi e tematiche essenziali relativi a quanto tu poni come domanda.
Se ti contenti, per iniziare, passerò in rassegna solamente per punti alcune idee e concetti chiave.
Tieni conto che queste dimensioni che ti elencherò, a volte esistono, in misura più o meno consistente… talaltra sono assenti, in parte, o addirittura completamente e del tutto.
Quando nasce un rapporto di fiducia reciproca, tra due o tra più persone, cioè quando si crede e si vuol credere nell’altro, e si presume che anche l’altro creda in noi, il massimo consiste nella sincerità, trasparenza, non inganno assoluto.
Ma prova ad immaginare, quando una delle due parti, per caso o intenzionalmente dice qualcosa di non completamente vero a chi ha fiducia in lui.
O addirittura tende a fargli credere qualcosa di falso, di non vero.
Il destinatario magari ci crede. Ma successivamente, se scopre l’inganno, anche se si trattava di una bugia banale su una questione non essenziale o importante, sente vacillare la sua fiducia.
Tieni conto che ora sto provando a farti degli esempi il più possibile semplici. Ma esistono tante infinite sfumature e gradi.
Di qui la profonda indeterminatezza della relazione tra umani. E di nuovo, per farla breve, semplificando prenderò in considerazione una relazione a due in un rapporto amoroso, amicale…
Anche questo tema è abbastanza scabroso, complesso, intricatissimo…
L’innamoramento è un atto illogico della emotività: fa sì che senza una ragione meditata e razionale, qualcuno senta come essenziale, importantissimo, inalienabile qualcun altro.
Per costui o costei sarà come guardarsi nello specchio: vedendo l’immagine della persona cara, come parte di sé. Quando la situazione è reciproca, si definisce come innamoramento reciproco.
Ma nulla è definitivo stabile e assoluto nel tempo.
Chi si rispecchiava negli occhi della persona amata ritrovando se stesso, migliorato e abbellito, in effetti si stava innamorando di se stesso, almeno in parte.
Ma girando lo sguardo intorno, poteva essergli capitato o capitargli di incontrare altri occhi/specchio, altrettanto o addirittura più attraenti e accattivanti…
L’equilibrio in tal caso cominciava a vacillare. Specie nei momenti di instabilità personale: quando il gusto di piacersi, come nel mito di Narciso innamorato della propria immagine che trovava rispecchiata nella fonte, finiva per perdere di tono e di intensità.
E cercava, desiderava, fantasticare sognava quell’altra immagine, quell’altra fonte, quell’altra persona…
Allora, poteva avere la tentazione di cominciare un percorso di insincerità. Non confidare fino in fondo questo stato d’animo travagliato e nuovo. Ripetendo frasi, sguardi, atteggiamenti precedenti e consolidati… Ma che un po’ alla volta finivano per suonare fasulli, stonati.
In tal caso, a volte, la coppia ha due vacilla. Arriva fino a spezzarsi e a rompersi.
Oppure, e questo è ancora peggio forse, continua ad apparire tale solo agli occhi degli altri, del gruppo sociale, dei vicini di casa, degli altri imparentati.
Come sai e come già ti ho raccontato, è naturale, spontaneo che le persone umane si compiacciano, si divertono, si trovino bene con altri simili.
Alcuni, per il loro passato individuale, sono più selettivi. E si trovano a proprio agio solo con qualcun altro. E allora magari ci investono ancora di più.
E in tal caso, la piccola insincerità, la banale bugia, assumono i connotati di una ferita lancinante.
Assieme a questi due aspetti che ti ho illustrato, e che tu puoi conoscere con il tuo studio esplorativo e lettura della realtà, ne aggiungerei un altro.
Quello della sintonia. Di quando cioè si è costruita o già esisteva innata una vicinanza per modo di sentire, pensare, relazionarsi ed amare.
Di quando si è capaci, e viene spontaneo, essere e sentirsi nella stessa lunghezza d’onda dell’altra persona. E addirittura cercare di prevedere, immaginare, mettersi nei panni dell’altra persona: questa forma di sintonia profonda, specie se reciproca, si chiama empatia.
Non voglio ora buttarti lì nuove idee perché già queste sono toste, complicate e complesse.
Fiducia, sincerità e trasparenza, amore, sintonia e empatia…
Vedi subito che quando qualcuno di questi componenti vacilla, si ammala, zoppica e si indebolisce, tutta la relazione viene messa in crisi.
Se non ti ho ancora annoiata, cerco di applicare le considerazioni che dia ora fatto, al contesto che tu mi hai raccontato e narrato.
La comunanza, vicinanza, accoppiamento tra due esseri umani, che nella maggior parte dei casi riguarda sessi diversi, il maschile e il femminile, ma che può riguardare anche persone dello stesso genere, non ha un valore assoluto.
La degenerazione storica, sociale e dell’organizzazione tra umani, ha comportato molto spesso la trasformazione, direi quasi la degenerazione rispetto all’accoppiamento.
Le regole sociali nate nei contesti di vita, hanno creato una consuetudine che si è sempre più radicata fino ad apparire e divenire addirittura naturale. Le due persone, accoppiatesi probabilmente all’inizio per piacere reciproco e innamoramento, agli occhi di tutti gli altri della comunità finirono per essere considerati una unità economica organizzativa… È nato il matrimonio. O le altre sue varianti. Sono nate divisioni e distinzione di ruoli e di compiti. E un’altra superfetazione : la famiglia. Le due persone innamorate hanno gradualmente limitato o ridotto il loro amore reciproco spontaneo. Sono diventate una coppia di riproduzione di figli. Di qui l’esigenza di portare beni economici in questa piccola comunità per il sostentamento: la casa, le spese, l’abbigliamento, il cibo.
Ulteriore degenerazione: per garantire alla propria discendenza di prole e di figli un benessere sempre maggiore, l’accumulo di beni ha determinato la nascita della ricchezza. Il terreno ha smesso di essere di tutti come i boschi e gli animali spontanei. Qualcuno con strumenti e modalità talvolta subdole se n’è accaparrato una parte maggiore. È nata la proprietà privata. Da una parte chi aveva di più. Dall’altra chi aveva di meno o addirittura non aveva niente. Le armi, i conflitti per acquisire maggiori beni…
Nel paese che tu hai descritto nel racconto la popolazione degli umani è divisa in caste sociali. E le persone che tu hai visto sono le più misere e povere. I paria sono la categoria più infima. Le ragazze bambine, ritenute meno idonee al lavoro e all’accumulazione di ricchezza, sono diventate un bene di scambio. Da comprare e da vendere. Chi ne ha o ne aveva qualcuna la cedeva in cambio di altri beni, denaro, tessuti, animali, terreno. Chi era più ricco la acquistava. E brutale il termine. Lo so. Acquistava una serva gratis, una schiava, adatta alle faccende domestiche e a fare dei figli… E insieme anche al piacere sessuale.
Lo so e brutale questa carrellata che ti ho fatto. Forse avrai meno motivazioni a rimpiangere di non essere umana come gli altri umani… Tu sei libera da questo: come hai già detto sei fuori dal tempo, dalla storia, esisti solo nel presente. E mi regali il tuo presente. Io ti regalo il mio. Il nostro scambio è alla pari…!”
Attonita, l’ allieva eterea aveva ascoltato. E stava addestrando se stessa alle emozioni. Che rivelava senza rendersene conto attraverso i suoi occhi, i suoi sguardi, l’atteggiamento del suo volto.
Nanni Omodeo Zorini
Maria Teresa Grano e Valeria Ferri
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