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mercoledì 13 aprile 2022

 Chocolat su Mubi. https://www.comingsoon.it/film/chocolat/5423/scheda/ Claire Denis, 1988. https://www.cinematografo.it/cinedat.../film/chocolat/25748/ https://it.wikipedia.org/wiki/Chocolat_(film_1988)

Nel racconto filmico si riconosce il gusto e il tocco della mano della regista francese.
In parte autobiografico. Una bella giovane va dalla Francia al Nord Camerun dove aveva trascorso la sua infanzia.
Il nome della bimba è significativo: “France”. Anni 30. Il padre è un piccolo modesto governatore di un distretto francese coloniale. La bella moglie giovane è attorniata da bois (come vengono definiti i servitori africani).
Protée è un immenso adulto africano che è continuamente a contatto sia con la madre che con la figlia. Il comandante padre è quasi sempre assente per il suo insipiente incarico governativo.
In apertura e in chiusura France ci introduce al ricordo d’infanzia. Un gentile e disponibile padre con figlio in auto la accompagna visto che lei utilizza i bus. Solo alla fine le spiegherà che per quanto di pelle nera lui non abbia più niente a che fare con la terra africana: viene dagli Stati Uniti.
La narrazione/ricordo ci viene regalata dagli occhi della bambina di un tempo. Un racconto crudo, asciutto, realistico e autentico sul colonialismo francese ante seconda guerra mondiale. Un garbato paternage amicale tra la bambina France e il dignitoso aiutante africano Protée.
Non ci sono mai avvicinamenti troppo profondi: la bella francese annoiata, la bambina intensa, curiosa e molto viva, il boy africano. Il loro contatti sono regalati e offerti dalla regista ai nostri occhi: li vediamo, intuiamo, riconosciamo; ma non vengono descritti e raccontati.
Una narrazione connotata di profonda autenticità e verosimiglianza. Proprio perché visiva e non descritta con discorsi.
Il viaggio di France in Camerun, è un viaggio nei suoi ricordi. E ce lo regala così, nudo, crudo, come a volte sanno essere le memorie del passato.
Abbastanza agevole da seguire su Mubi: il sonoro è in lingua francese, le didascalie/sottotitoli risultano abbastanza efficaci; e poi tutti parlano poco per cui si riescono a decifrare bene i discorsi anche in francese.
Una considerazione finale. Raccontare, in prosa, poesia, teatro e anche nel cinema, è un reinventare una realtà e offrirla da gustare. Quando funziona bene, riesce ad essere efficace ed esaustivo a sufficienza da apparire autentico come riproduzione del reale. Che comunque rimane un’altra cosa sempre.
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