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sabato 9 aprile 2022

 DOV'È LA CASA DEL MIO AMICO?

KHANE-YE DOUST KODJAST? Diretto da Abbas Kiarostami Iran, 1987
Sofferto, tenerissimo, povero nelle immagini negli ambienti e nei personaggi.
Un Iran misero ai limiti della sussistenza. In una scuoletta rozza e malmessa, un maestro becero perseguita un bambino perché ha dimenticato il quaderno, scrivendo i propri compiti su un foglio volante… Che compiti saranno? Poveri bambini con i loro compiti… Il fantomatico quaderno rimane per sbaglio di nuovo a quel compagno. Che non vuole che lui sia punito espulso dalla scuola. E contro il permesso della madre negato, mentre viene mandato a prendere il pane, si allontana fino a quella frazione assurda, lontanissima, ignota… I suoi occhi indagano ma non trovano il compagno. Disperazione, impotenza, miseria assoluta e totale. Non serve chiedere indicazioni: viene liquidato: nessuno capisce l’importanza della sua impresa e missione. Gli leggiamo i pensieri: mentre la madre fa il bucato a mano in un catino in cortile, e continua a imperversare su di lui perché dia un biberon di acqua e zucchero tiepido per non far piangere l’altro fratellino nella culla; faccia dondolare la culla appesa a a delle corde; che non ascolta il suo grosso problema di riportare il quaderno sciagurato; e continua a ripeteregli di star zitto e di fare i compiti; come il maestro che ripeteva al suo compagno, infinite infinite volte, che non bisogna dimenticare i quaderni… Fino a farlo piangere.
Un piccolo mondo, modesto, misero, intenso, sofferto ma profondamente autentico e umanissimo… Sulle colline senza verde di un Iran sperduto, con case meschine povere e fatiscenti, che mi ricordano le immagini, i bambini, la scuoletta della Valle Cannobina… Immensi grandissimi problemi esistenziali, che gli adulti non vedono, neppure riconoscono…
Il viaggio e il percorso per riconsegnare il quaderno, diventa un percorso a vuoto: alcuni anziani gli fanno rimproveri assurdi e beceri dicendo che deve imparare a obbedire sempre; qualcun altro invece lo ascolta e gli parla. Vecchi, bambini, donne come animali da fatica, la comunicazione e le parole non viaggiano. Le possiamo leggere noi, degli sguardi dei protagonisti bambini.
Ho seguito questo film meraviglioso, sofferto e accorato, tenendomi il cuore in mano e anche l’anima…
Nanni Omodeo Zorini
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