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mercoledì 22 aprile 2020

“…Ma poeu, la vita va; fa quel che voeur:

“…Ma poeu, la vita va; fa quel che voeur:
chi va, chi resta chi, chi invece moeur...” (El Me Indiris: Enzo Jannacci)
E il senso della vita? Dipende dal tipo di occhiali mentali che indossiamo:
• chi è credente in qualche confessione religiosa, ritiene sia un momento di passaggio, una valle di lacrime, che può avere anche giornate di sole… Ma che siamo nella mano della provvidenza superiore. Che decide per noi. E allora nei momenti difficili e importanti ci si può rivolgere con la preghiera…
• Chi ha altre visioni, soprattutto laiche, cerca di adeguarsi, capire, accettare… Farsene una ragione. Con l'espressione stupenda che ho riportato sopra del magnifico Enzo Jannacci.
Nei momenti drammatici e di sconvolgimento terribile ciascuno si comporta in modo adeguato. Talvolta indipendentemente dall'essere o non essere credenti in un ordine superiore prestabilito.
E in questo momento? Beh, non molto diversamente dagli altri che possiamo avere attraversato.
Malanni terribili, talvolta con conseguenze irreversibili, rischio di perdere la vita…
Oppure la scelta che qualcuno fa, più o meno libero e più o meno condizionato da uno stato depressivo e perciò patologico, di togliersi la vita…
Qualcuno prega e rivolge una prece a colui che ritiene essere l'essere superiore che governa tutto. (Che però anche in questo caso di essere esistente non potrà certo avere tempo e pazienza di stare a vedere caso per caso: questo qui lo salvo quella là invece no…)
Qualcun altro, se riesce ad essere "compos sui", cioè padrone della situazione e in equilibrio con se stesso, prende atto di quello che c'è.
Ho un male gravissimo? È improbabile che io sopravviva? La situazione è disperata?
Cerco di studiare e analizzare se ne sono capace e se ci riesco la situazione. E di comportarmi conseguentemente.
Certo, non è da tutti padroneggiare elegantemente il rischio del peggio, senza il timore amletico di cosa potrebbe aspettarci se il vivere dovesse terminare…
E ora?
Mai successa una cosa sconvolgente di queste dimensioni e portata. Le pesti e le altre terribili epidemie (le influenze mortali di qualche decennio fa o quella definita spagnola del secolo scorso…) per quanto sconvolgenti erano state fortunatamente meno totali e assolute.
E ora?
Una entità malevola, risultato dello sconvolgimento dell'equilibrio naturale, in un lampo si è diffusa su tutto il globo. L'umanità non si era preparata adeguatamente pur essendo stato talvolta previsto: ricerca scientifica taglieggiata nei fondi e nelle risorse; sanità al collasso per lo stesso motivo (il presidente Obama aveva cercato di realizzare un sistema simile a quello italiano del suo paese senza riuscirci…)
Alcune cose sono certe:
• evitare il contagio: proteggere il proprio fiato e quello degli altri; stare lontani fisicamente e coprire bocca e naso; igiene massima
• studiare e cercare rimedi: cure, apparecchiature adeguate, salvare chi si può salvare, inventare vaccini
• evitare il panico ma usare la testa
Altre sono ancora dubbie:
• chi è stato contattato produrrà anticorpi? E avranno effetti costanti e stabili nel tempo?
• per quanto tempo dovrà durare questa paralisi? Quando potrà ricominciare la vita? E con quali modalità e conseguenze?
La fantasia non ci aiuta: al massimo si possono formulare da parte nostra , di gente comune, delle ipotesi, delle proiezioni. Limitandoci a rispettare regole comuni adeguate, nel nostro paese; possibilmente concordate e identiche negli altri paesi del mondo…
Io personalmente, finché ce la faccio e ci riesco, mi adeguo alle regole, le critico positivamente auspicandone di migliori, non mi faccio prendere dal panico irrazionale.
Non prego e non faccio voti a chicchessia.
Nei limiti del possibile cerco di informarmi e di parlarne. Cerco di decodificare informazioni e messaggi per scegliere quelli che ritengo accettabili, scartando le idiozie.
Per mia scelta personale da sempre faccio vita riservata e ritirata. Evito contatti fasulli, promiscuità imbecille, raduni festaioli in stadi e megaconcerti.
Frequento e contatto solo poche persone selezionate.
Se teatri e sale cinematografiche diventeranno sicuri, tornerò a frequentarli. Mi ridurrò in alternativa allo streaming, e purtroppo alle emittenti televisive.
Come anziano e anche a rischio, quando me lo consentiranno le nuove regole comportamentali, continuerò ad evitare promiscuità e contatti inaffidabili. Se potrò riprenderò i miei giri in moto. Rivedrò anche, con “contatti ravvicinati”, le poche persone davvero care e affidabili. Continuerò a vivere: pensare, parlare, muovermi, ridere e far l'amore ...
Penserò con dolore e tenerezza alle persone che questa sciagura ha fatto soccombere.
Senza farmi terrorizzare dalle informazioni relative alle terribili cure estreme a cui alcuni sono stati costretti a sottoporsi. E neppure dalla loro sventurata fine.
Credo di poter vivere una volta sola. Fin quando riuscirò…
Ignoro come sarà il dopo… il Lete che spaventava tanto il principe Amleto.
Ignoro la paura e sofferenza del momento della dipartita…dell’agonia.
“Hic et nunc”. Ora e qui. Finché dura…
“…Ma poeu, la vita va; fa quel che voeur:
chi va, chi resta chi, chi invece moeur...”

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