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domenica 19 aprile 2020

SI PUÒ FARE DIDATTICA E APPRENDIMENTO ALL'APERTO?

SI PUÒ FARE DIDATTICA E APPRENDIMENTO ALL'APERTO?
Con la provocazione dell'attuale pandemia tornano a farsi sentire e a venir fuori esperienze rimaste soffocate e nascoste per tanto tempo.
Ho appena letto un'interessante informazione in questa piattaforma
https://m.orizzontescuola.it/aule-allaperto-in-monte-scuo…/….
Ma toh…!
Ogni tanto sotto lo stimolo di pesanti e incombenti preoccupazioni del momento si riesce a reinventare l'acqua calda.
La prendo da lontano: molti decenni fa, sotto lo stimolo di alcuni slogan purtroppo non capiti bene da amministratori comunali e progettisti di edilizia scolastica, nacquero nell'allora alta provincia di Novara, nel Verbano, scuole che non avevano aule delimitate da porte e pareti. Avevano messo in pratica un po' modo loro concetti tipo: "classi aperte", scuola aperta e via dicendo…
Ne erano nati degli immensi spazi scolastici, talvolta con pareti mobili costosissime, rumorose e soggette facilmente a guastarsi. Dall'altra invece degli spazi adatti ad ospitare 50 70 alunni… Non essendo stato colto il concetto allora purtroppo neanche da molti insegnanti, vennero create delle barriere mobili, costituite da siepi di armadi scolastici che delimitavano lo spazio.
Quando poi le aule avevano più o meno le dimensioni delle precedenti, purtroppo mancavano le porte…
Eh già…Un tentativo maldestro e assolutamente inopportuno di realizzare le "classi aperte". Le esperienze della scuola anglosassone di percorsi di scorrimento continuo e di classi aperte avevano ovviamente tutt'altro significato.
Con l' MCE, movimento di cooperazione educativa, avevamo condotto esperienze che tentavano di assomigliare a quelle britanniche. Cercando ovviamente di svicolare e bypassare le norme istituzionali e burocratiche che erano in vigore.
Ora però, qui, voglio soffermarmi a parlare dell'attività didattica e di apprendimento insegnamento da svolgere anche preferibilmente e se possibile soprattutto fuori dal chiuso dell'aula scolastica.
Nelle scuole medie mi era stato molto più difficile.
Ci ero riuscito un po' di più nella mia esperienza di maestro elementare.
Per non scontrarmi troppo con il personale non docente, le bidelle, allora pagate un tanto a a forfait dalle amministrazioni comunali, solo per nettare e far pulizia, io con i bambini portavamo fuori sotto gli alberi e in mezzo al verde banchi e seggiole. Soprattutto quando era necessario disporne.
Lascio alla creatività, inventiva e spirito innovativo degli insegnanti veri immaginare le attività che rivolgevamo.
Mi limito qui ora soltanto ad una notazione di atmosfera e di clima.
Nella relazione educativa e di apprendimento scolastiche, il risultato del clima è quello determinato soprattutto dagli autori e soggetti: alunni, insegnanti, materiali presenti e spazio… Però poi c'è sempre la barriera delle pareti… E in genere quelle grandi finestra a te che facevano intravedere il mondo vero e reale fuori…
In quegli anni ricordo che "il manifesto" aveva definito la scuola in generale: «corpo separato dalla società».
Nella classe eravamo separati non solo dalla società ma anche dalla realtà autentica che potevamo riportare dentro soltanto con le nostre narrazioni personali.
Ricordo di aver letto prima di diventare maestro, "la conquista della quinta C". Di Giovanni Mosca divenuto poi giornalista. Alle sue prime esperienze di supplente di scuola elementare.
Entrato in una classe impossibile e terribile dal suo punto di vista e da quello dei suoi colleghi insegnanti, trovò un gruppo numerosissimo e agguerrito di piccoli mostri pronti ad aggredirlo. Ebbe la fortuna, o almeno così racconta, che in quel momento fosse entrato dalle finestre un grosso moscone.
Gli alunni feroci erano tutti armati di piccole fionde ad elastico. E di pallottole di carta di quaderno masticate e macerata…
Ebbe la fortuna, così dice, di cogliere l'occasione al volo: si fece dare dal più agguerrito alunno la sua fionda. Masticò a lungo un pezzo di carta di quaderno. Mirò al moscone in volo e riuscì a colpirlo… Poi disse agli alunni di consegnargli tutte le altre fionde. Da quel momento era diventato il leader reale della classe.
La realtà era entrata dentro in uno spazio chiuso disumano, e aveva permesso con la genialità inventiva di farlo diventare un luogo di apprendimento.
Fuori… Al di là delle vetrate. A volte si vedono spuntare i rami degli alberi. A volte intorno all'edificio scolastico si ha la fortuna di avere spazi verdi. Oppure ci si può spostare tutti quanti, e raggiungere quelli che ci sono non troppo distanti. È possibile far scuola anche senza banchi. Non sono i banchi o le seggiole gli elementi costitutivi della scuola. Ma è la relazione tra persone, il clima che si instaura, la ricerca e l'apprendimento collettivo.
Molti insegnanti donne e uomini leggano e apprezzano quello che scrivo qui.
Invito i più coraggiosi a ripetere la mia esperienza.
Il direttore didattico dei miei tempi, talvolta anche le famiglie, provarono a osteggiare, ostacolare e impedire al mio gruppo classe di fare apprendimento sotto l'immenso larice del giardino di cui la scuola era ricca. Mi documentai, seppi argomentare al momento giusto, vinsi la mia battaglia…
Oltre alla scuola sotto il larice spesso andavamo a guardare e studiare l'ambiente circostante. Raccogliendo campioni. Prendendo appunti. Scattando fotografie con la mia macchina fotografica. Al torrente agogna. Ai rivi d'acqua. Ai vegetali e agli animali grandi e piccoli che trovavamo o che cercavamo intenzionalmente…
Naturalmente quando il tempo lo permetteva. Quando il clima era abbastanza clemente. I miei alunni e le mie alunne mi adoravano: sapevo riconoscere i miei errori; li aiutavo ad apprendere il metodo per trovare risposte alle loro domande; ponevo domande; e giocavo l'esperienza educativa e di apprendimento in un luogo e in uno spazio molto più su misura…
Di recente una persona che mi è particolarmente cara, ha elogiato le «scuole libertarie»… Insieme siamo andati anche visitarne qualcuna nel veronese. Ne ero entusiasta anch'io che ormai non ero più maestro da molti anni…!
Al termine della visita, mi disse: "qualcosa di abbastanza simile alle tue esperienze di maestro ai tuoi tempi… Ma con quel qualcosina molto grande e significativa in più…"
Insieme ai danni immensi che il virus maledetto sta provocando, saltano fuori ogni tanto occasioni per riflettere e, volendolo, modificare tutto quanto in meglio:
• telelavoro
• scuola e apprendimento "anche" a distanza
• e ora qui: SCUOLA ANCHE ALL'APERTO…
(Oltre ovviamente a potenziamento del sistema sanitario, del sistema educativo e di istruzione in generale, della ricerca, riduzione dei raduni di massa… Non voglio fare un elenco lo conosciamo già!)

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