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martedì 15 febbraio 2022

 COMPETENZE LINGUISTICHE, GUERRE, MIGRAZIONE

Le previsioni del tempo sono spesso abbastanza aggiornate. Ci siamo abituati d’altronde: oggi o domani o un altro giorno ancora neve di qua, neve di là anche a bassa quota. Le mappe arrivano puntuali: corredate da promozioni e pubblicità…
Raramente, però, ci vengono spiattellate le previsioni orrende dei bombardamenti, dei villaggi rasi al suolo, delle mine antiuomo che rendono invalidi permanentemente.
Siccità, cavallette, carestie, epidemie mostruose… Le immagini qui prodotte non rendono l’idea.
E allora: quando e se si riesce in tempo, gambe in spalla, la fuga disperata, i canali umanitari… Sempre attenti a non restare falcidiati come succede in questi contesti soprattutto a civili, donne, bambini e anziani.
Nella terra di arrivo: sciacalli sciagurati condannano i sopravvissuti. Bloccano le navi, rispediscono nei lager gli scampati dopo averli prelevati. Recinti. Filo spinato con neve o con sabbia rovente.
Qualche volta c’è anche l’accoglienza. Nelle mani del volontariato. Ed è una fatica immensa, ma benefica e salutare.
Le braccia e le menti sono forza lavoro, sono intelligenze e saperi da valorizzare.
Rimangono ultimi inghippi: sostentamento, alloggi, inserimento e accoglienza…
E un’altra castagna bollente: la comunicazione e il linguaggio.
Anni or sono in una scuola media cittadina provai a dare una mano. Nelle classi 60/70% di immigrati! Spesso provenienti da paesi, culture, religioni e linguaggi diversi tra loro!
Da dove partire?
Io ci provai sulla lingua e sul linguaggio.
Oggi ci riprovo.
Noam Chomsky. Gli universali linguistici. La lingua strumento di comunicazione ma soprattutto di pensiero. E non sembri troppo semplicistico o banale. Se la comunicazione fosse avvenuta a tempo debito in modo opportuno e corretto le sciagure belliche non sarebbero state così consistenti.
Se ci si vuole rimboccare le maniche: partire dalla comunicazione, dalla lingua del paese accogliente, diffondere a macchia d’olio occasioni di comunicazione, apprendimento, conoscenza… Relativismo linguistico: nessuna lingua è migliore di un’altra; serve conoscere quella di quel posto lì dove si è arrivati. Per salvare il salvabile; per mettere a frutto conoscenze e competenze che anche nella terra disastrata dalle guerre infami sono state acquisite.
E ognuno fa quello che può e che sa fare. Se e nella misura in cui lo sa fare.
Anche se la pandemia imperversa ancora. Anche se micidiali continuano a piovere bombe nell’altrove.
Mirando all’obiettivo. Chi è riuscito a mettersi in salvo può e deve vivere, esistere, lavorare, far fruttare quello che sa.
Grazie a chi è riuscito ad offrire canali di salvezza. E, se ce la facciamo, noi qui faremo la nostra parte!
Nanni Omodeo Zorini
Eleonora Bellini e Olimpia Buttiglione
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