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martedì 11 dicembre 2018

AFFERMAZIONI, DICHIARAZIONI, COMPRENSIONE E CONFRONTO

AFFERMAZIONI,
DICHIARAZIONI,
COMPRENSIONE E CONFRONTO
Già da molto tempo nel passato ero abbastanza a disagio nei momenti pubblici in cui con gruppi più o meno consistenti si volevano fare delle iniziative di manifestazione che dichiarassero qualcosa.
Un po' forse come i credenti che vanno per senso del dovere alle cerimonie liturgiche, ma non riescono a sentirle e a partecipare perciò attivamente.
In campo educativo, ricordo in passato di quando suggerivo a personale scolastico il rispetto di alcune modalità da far seguire ai propri alunni. A volte mi veniva risposto: "ma io gliel'ho già detto…"
Il nocciolo, e forse proprio questo:
dire, affermare, dichiarare, sia nell'insegnamento che nella pratica comune, e invece
dall'altra parte l'esigenza di discutere, confrontarsi, aiutare a maturare comportamenti ed atteggiamenti, oltre che conoscenze.
Non amo particolarmente le celebrazioni. In quella di ieri sera in piazza dei martiri a Novara vennero letti gli articoli fondamentali della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Insieme a tutti, mentre li leggevamo, ci rendevamo sempre più conto che anch'esse, per quanto meritorie e illuminanti, nella maggior parte dei casi rimasero pure dichiarazioni di principio in quasi tutti i paesi del mondo!
Sono in effetti rimaste bandiere, bussole, punti di riferimento… Il problema è quello sempre di quali strumenti, e da parte di chi, si siano messi in atto per rendere il più possibile con tutta la gradualità del caso operative funzionali quelle affermazioni stupende.
Non me ne vogliano gli amici e conoscenti che ho avuto vicino in varie occasioni: dibattiti pubblici, conferenze, cineforum e altre iniziative culturali…
La platea in questi contesti era quasi sempre formata e composta da persone che già avevano maturato quelle convinzioni che venivano illustrate e proposte.
Il difficile, sempre di più, è riuscire a dar vita a momenti di confronto, scambio, approfondendo con se stessi e con gli interlocutori di segno opposto o comunque diverso, le reciproche posizioni e idee…
Anche nelle piattaforme dei socialnetwork, risulta spesso difficile! Tu esponi un tuo parere… Altri espongono il loro… Ma quasi sempre trovo che invece di esporre idee, progetti, programmi alternativi, chi è contrario si limita a ingiuriare, offendere, denigrare… Da ogni parte… Spesso… Agli avversari della mia e della nostra visione viene da dire: "siete omologati al pensiero dominante, spesso fascio leghista, xenofobo, antieuropeista, di negazione oppositiva…"
E da parte opposta, altri stereotipi verbali, che non permettono alcun confronto ma cercano di chiuderlo, con una fuga: "buonisti, comunisti, radical chic…"
Cito a mò di esempio la puntata di questa mattina martedì 11 dicembre a prima pagina di Rai tre radio. Il conduttore, prende in considerazione vari punti di vista degli articoli di stampa scritta e on-line, come pure gli interventi verbali nella diretta telefonica… Non esprime giudizi, non cassa opinioni diverse dalla sua, favorisce la continuazione del confronto, e insieme la messa a punto di criteri perché ci si possa capire vicendevolmente, con disponibilità da una parte e dall'altra ad accettare punti di vista diversi. O quantomeno ad ascoltarli. Il dialogo, il confronto, la comprensione reciproca, per quanto non siano una soluzione definitiva, perché spesso si può restare sulle proprie posizioni, sono quantomeno un'occasione per evitare di fuggire dalla tematica. Non basta affermare: io la penso così… O negare le affermazioni dell'altro. Prima vanno ascoltate. Comprese.
nel passato, ad esempio, trovai interessanti per la mia funzione di dirigente scolastico e di uomo di scuola, alcune critiche che venivano da parti culturali e ideologiche diverse dalla mia: Forza Italia e la lega di quei tempi… Quando criticavano l'inefficienza amministrativa e nel pubblico impiego…
Spesso offrono elementi nuovi arricchenti. Al di là della presunzione di ritenere che il proprio personale punto di vista costituisca la verità assoluta.

.Nanni Omodeo Zorini. Foto dal Web

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