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martedì 11 dicembre 2018

IDOLI,
BUTTAFUORI,
ARMI DI DIFESA IMPROPRIE
I fatti si cavalcano da soli. Ennesima sciagura. Ragazzi
giovanissimi vanno in un locale discoteca. Tutti o molti sono sbronzi. Il cantante atteso se la prende comoda e arriva tardissimo. Uno dei giovani butta una bomboletta urticante al peperoncino. Fuga generale. Panico. Morti…! Non è una sciagura climatica. E neppure una guerra tradizionale. Mi hanno colpito in particolare alcuni termini usati.
"IDOLO"; "BUTTAFUORI"; "ARMA DI DIFESA IMPROPRIA"…
Una bomboletta che dovrebbe essere un'arma di difesa. Contro aggressioni e ladri. Si è fatto molto blaterare sulla questione difesa e uso di armi… Vantandone la soluzione salvifica…
Per il qualunquismo pressappochista, che non medita non pensa e non riflette, chi dice queste parole violente, diventa un IDOLO! Come il famoso personaggio che si è fatto aspettare, tanto era pagato lo stesso, mentre i ragazzi crepavano… E uno di loro, usava la bomboletta per approfittarne a rubacchiare collanine…
Un altro termine terribile: BUTTAFUORI!
Una sala concerti o discoteca che ha bisogno non di un portinaio, di un normale controllore dei biglietti, (tanto moltissimi ragazzi hanno detto di essere entrati senza avercelo!), ma uno che è lì apposta per: BUTTARE, non invitare ad uscire ma proprio buttare, parola violenta… fuori…
Le parole spesso sono molto comunicative. Sono già esse stesse segni e messaggi.
Per divertirsi, ci si inciucchisce… Aspettando qualcuno che è così importante da dover essere definito idolo… Anche l'idolo è un segno oltre che il significato che gli sta dietro. Chi ha bisogno di idoli, ha la testa completamente vuota! Di ideali, di parole, di letture, di pensieri… Ha bisogno di un fantasma da seguire come una bandiera…
E in questo luogo in cui si dovrebbe andare per divertirsi ascoltando l'idolo che non arriva, invece di un semplice e normale controllore degli ingressi, c’è lì uno o più persone per buttare fuori nei casi eccezionali a loro discrezione…
Preadolescenti e adolescenti vanno ad assistere a un evento, rinviato, che comincia all'1:30 di notte… I commenti vari dicono anche che la scuola e la famiglia devono "trasmettere" ai giovani dei valori… C'è poco da trasmettere… Innanzitutto bisogna che i valori ci siano. Vadano conosciuti analizzati e poi, con il consenso individuale, eventualmente condivisi…
Chi segue valori o regole SOLTANTO PERCHÉ GLIELE HANNO TRASMESSE, NON LE HA COMPRESE, CONDIVISE, FATTE PROPRIE… Anche nel caso migliore…
Tutti i soggetti attivi della società: famiglia, istituzione scolastica, poteri pubblici, amministratori, organi di informazione, persone comuni che usano la testa, devono svolgere una azione educativa per cambiare la mentalità corrente…
C'è poco da stupirsi o meravigliarsi se poi le proposte qualunquiste diventano di massa, e perciò seguite dalle masse… Non ci sono forze politiche ,per quanto si auto attribuiscono questo ruolo, che abbiano il compito esclusivo di operare un cambiamento… O cambiamo tutti quanti tutti insieme, oppure non cambia niente…

Nanni Omodeo Zorinifoto Web

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