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venerdì 14 dicembre 2018

INTELLIGENZA ARTIFICIALE
(OPPURE SOLO ARTIFICIALE E BASTA?)
Molto interessante come sempre anche l'ultima puntata di radio tre scienze. Ascoltata mentre facevo altre cose… Eppure mi è parso di cogliere che facesse una profonda sostanziale differenza tra il pensiero umano, basato su una struttura neuronale, e le eventuali abilità che la macchina, in maniera e in misura straordinaria ma incompleta, sa svolgere. Partiva degli esempi delle "intelligenze artificiali" che hanno capacità di applicarsi in partite a scacchi, riconoscimento vocale, facciale, frammentarie comunicazioni solo apparentemente conversanti… Limitate a svolgere un compito a termine. Interessante, in proposito, la facoltà in taluni di questi meccanismi, di operare "AUTOAPPRENDIMENTO".
Guardo perciò con benevolenza ma con distacco ogni apprezzamento nei confronti di software, che riescono soltanto a "simulare", agli occhi dell'utenza distratta, capacità di pensiero… Gli algoritmi colà inseriti viaggiano a tentoni. Rischiano di commettere errori madornali. Hanno competenze circoscritte, limitate, riduttive…
[Da Wikipedia]… 1994, firmata da cinquantadue ricercatori, Mainstream Science on Intelligence, descrive l'intelligenza come: «Una generale funzione mentale che, tra l'altro, comporta la capacità di ragionare, pianificare, risolvere problemi, pensare in maniera astratta, comprendere idee complesse, apprendere rapidamente e apprendere dall'esperienza. Non riguarda solo l'apprendimento dai libri, un'abilità accademica limitata, o l'astuzia nei test. Piuttosto, riflette una capacità più ampia e profonda di capire ciò che ci circonda – "afferrare" le cose, attribuirgli un significato, o "scoprire" il da farsi.»…
(Perciò, di conseguenza, pseudo capacità decisionali circoscritte a limitati ambiti già previsti… Ma non a tutti quelli prevedibili…)
«La locuzione intelligenza artificiale (o IA) indica sia la proprietà di una macchina di imitare, del tutto o in parte, l'intelligenza biologica, sia il ramo dell'informatica che mira a creare le macchine capaci di tale imitazione, attraverso "lo studio e la progettazione di agenti intelligenti"[29] o "agenti razionali", dove un agente intelligente è un sistema che percepisce il suo ambiente e attua le azioni che massimizzano le sue possibilità di successo. I successi ottenuti nel campo dell'intelligenza artificiale riguardano per ora problemi vincolati e ben definiti, come la capacità delle macchine di sostenere giochi, la risoluzione di cruciverba e il riconoscimento ottico dei caratteri, e alcuni problemi più generali come quello delle automobili autonome.[31] Il concetto di IA forte non è ancora realtà, ma è un obiettivo della ricerca a lungo termine.
Tra le caratteristiche che i ricercatori sperano che le macchine possano un giorno esibire, vi sono il ragionamento, la capacità di pianificare, apprendere, percepire, comunicare e manipolare oggetti.[29][30] Non vi è attualmente consenso su quanto vicino si possa andare nel simulare il cervello (umano nello specifico).»
Molti altri elementi andrebbero aggiunti. Emotività. Capacità di porre in relazione estrapolando dai contesti singoli e settoriali. Tener conto dell'ambiente nel contesto delle situazioni affrontate.
Nonostante la fantascienza ci abbia costruito narrazioni, speranze, illusioni, (basti pensare a mò di esempio ad Isac Asimov!) e io stesso ci abbia giocato narrando, + per il momento molto lontana tale prospettiva.
Non ci rimane quindi forse che puntare sulle immense possibilità e capacità del cervello umano. Senza trascurare quello degli altri viventi.
E conseguentemente investire molto in termini intellettuali e di impegno sulla ricerca e l'approfondimento intorno al funzionamento della mente umana.
Al suo potenziamento.
E ovviamente alla EDUCAZIONE ed ISTRUZIONE.
Nanni Omodeo Zorini (foto dal Web) E

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