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lunedì 3 febbraio 2020

QUEL CHE AVVENNE

QUEL CHE AVVENNE
neppure un glifo o un cartiglio o un'icona
neppure un segno in buona sostanza o una riga
neppure un graffio era rimasto a firmare
quella pagina di basalto che era un mare
i sorrisi se li era dissolti il vento di gennaio
i rimpianti chiusi con le bacchette di sandalo
negli astucci di mogano sulla credenza in cucina
ma tutto vibrava ancora sospeso
attendevano dovunque gli attacchi sonanti dei violini
dalle labbra pronti a sgorgare le canzoni degli ottoni
e le mani cercavano le mani perché era stato promesso
e il vaticinio era ineludibile
poi dicono che lei si fosse girata col busto
regalando fasci intensi di sguardi luminosi
poi dicono che lui se li sia bevuti ingordamente tutti
tanto da diventarne ebbro come un satiro
poi non dicono più niente perché i gesti divennero reali
le parole i segni e i significati rimasero intenzioni
poi si fecero avanti l'uno all'altra perché era venuto il tempo
e le attese sopite divennero finalmente canzoni

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