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lunedì 10 febbraio 2020

«Rosa fresca aulentis[s]ima ch’apari inver’ la state,
le donne ti disiano, pulzell’ e maritate:
tràgemi d’este focora, se t’este a bolontate;
per te non ajo abento notte e dia,
penzando pur di voi, madonna mia».
«Rosa fresca e profumatissima che sbocci all'inizio dell'estate, le donne nubili e maritate ti desiderano: liberami da questa passione, se ne hai la volontà; a causa tua non ho pace notte e giorno, pensando solo a voi, mia signora».
«Cercat’ajo Calabr[ï]a, Toscana e Lombardia,
Puglia, Costantinopoli, Genoa, Pisa e Soria,
Lamagna e Babilonïa [e] tut[t]a Barberia:
donna non [ci] trovai tanto cortese,
per che sovrana di meve te prese».
«Ho cercato in Calabria, in Toscana e in Lombardia, in Puglia, a Costantinopoli, a Genova, a Pisa e in Siria, in Germania, a Babilonia e in tutto il Nordafrica: non trovai una donna tanto nobile, per cui ti ho scelto come mia signora».
Meo sire, poi juràstimi, eo tut[t]a quanta incenno.
Sono a la tua presenz[ï]a, da voi non mi difenno.
S’eo minespreso àjoti, merzé, a voi m’arenno.
A lo letto ne gimo a la bon’ora,
ché chissa cosa n’è data in ventura».
«Mio signore, poiché hai giurato, io sono tutta un fuoco. Mi offro a te, non mi difendo più da voi. Se ti ho disprezzato, [ti chiedo] perdono, mi arrendo a voi. Andiamo subito a letto, poiché questa cosa ci è stata assegnata dalla sorte».
[Cielo d’Alcamo. Un vero giullare. Ho scelto alcuni versi significativi di questo "contrasto"… In esso il corteggiatore e la dama dialogano… Fin quando alla fine lei si dichiara completamente sua amante devota… e lo invita al talamo amoroso... 1230-1250]

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