scegli argomenti:

giovedì 3 dicembre 2020

A VIAGGIARE DENTRO LE FIABE

 A VIAGGIARE DENTRO LE FIABE

“… Ma maestro, questa fiaba qui non ci piace, ce l’aveva già letta la maestra dell’anno scorso … Non ce ne frega proprio niente di quel re che si era fatto ingabolare e credeva che gli avessero confezionato dei vestiti nuovi bellissimi e invece i tessitori e i sarti erano degli imbroglioni e lui andava in giro senza niente addosso e credeva di essere elegantissimo…”
Era proprio l’occasione che aspettava.
Il maestro era contento che il discorso fosse andato su quella faccenda lì.
Sorrise compiaciuto e colse la palla al balzo.
“ Avete ragione ragazzi.
I re, e men che meno le regine e reginotte, poi non ci sono più.
Ma persone che si fanno belle delle apparenze che riescono a far credere di sé agli altri, ce ne sono ancora tante.
Per esempio quando qualcuna o qualcuno racconta cose non vere e crede che gli altri siano stupidi, perché stanno al gioco non glielo dicono mai.
Prima o poi, i nodi vengono al pettine…
Prima o poi tutta la gente nella fiaba di Andersen si accorge che il re è nudo…
Prima o poi chi veniva creduto ingenuo e stupidotto perde la pazienza.
E allora…?
Allora si toglie un rospo che aveva in gola e dice, a chi gli aveva raccontato finora fandonie e frottole misere, che da sempre aveva capito tutto.
Che non poteva non accorgersene…
Non poteva continuare a far finta di capire “ROMA PER TOMA”.
La verità alla fin fine salta fuori.
E magari a quel punto è la persona bugiarda che fa mostra di risentirsi e di essere offesa e dispiaciuta.
C’è un po’ di differenza però…
È peggio raccontare bugie e menzogne…?
Oppure è più grave decidersi a dire che il gioco era abbastanza squallido e sporco?
Messe sui due piatti della stessa bilancia, da una parte le bugie ingenue stupidotte e assolutamente improbabili e poco credibili; e dall’altra l’affermazione seccata, dispiaciuta, di chi alla fin fine dice: ADESSO BASTA!
Nella vita questa cosa capita molto di frequente.
C’è chi racconta frottole, bugie, menzogne abitualmente e crede in cuore suo di farla franca.
Un po’ come il re della fiaba di Andersen: che crede di essere elegantissimo e bellissimo con gli abiti inesistenti che mostra.
C’è chi, dopo avere trangugiato, per propria gentilezza d’animo e per non ferire il raccontapalle, tutte le sue fandonie; dopo aver provato in modi garbati gentili allusivi di fargli capire che tutto gli era già chiaro… quando alla fine si decide e canta la realtà e la verità, può anche passare per un rompipalle…
E magari gli viene detto che lui ha fatto un’azione squallida e brutta…
È davvero brutto, squallido, ignobile, vergognoso e mediocre raccontare bugie e frottole.
In generale.
Ma soprattutto se vengono raccontate a persone sensibili, sincere e trasparenti, signori di animo, superiori a queste piccole baggianate che hanno fatto mostra di prendere per buone.
Forse i personaggi pubblici e politici sono talmente abituati che nessuno ci fa più caso: promettono questo e quest’altro assicurano questo e quest’altro e poi non mantengono le promesse…
Ma chi racconta bugie, più o meno grosse, a persone che a parole dichiara di apprezzare, e per le quali dichiara di avere affetto profondo e amore, cioè le persone care, commette davvero un ATTO IGNOBILE, SQUALLIDO, MOLTO MESCHINO…!
Ma certo bambine e bambini cari, ve la risparmio quella fiaba dei
VESTITI NUOVI DELL’IMPERATORE.
È stata comunque una bella occasione per fare insieme una questa chiacchierata.
La verità, è troppo forte per non riuscire prima o poi a trionfare.
Cade il buio della penombra, le tenebre della menzogna, e la luce della realtà e delle cose vere riesce di nuovo a splendere.”
Un’alunna a quel punto chiese:
“… Ma, allora, maestro, tutte le volte che ti raccontavo che non avevo potuto fare il compito o studiare la lezione, o addirittura che stavo a casa da scuola perché ero malata, tu l’avevi capito subito che era una bugia?…
Qualche volta però non stavo bene per davvero, sai?”
Tutto il resto della classe era rimasto in silenzio e la guardava.
Il maestro non disse una parola.
Si limitò ad un sorriso.
Poi suonò la campanella e tutti andarono via alle proprie case o in altri posti.
Forse non è mai troppo tardi per cantare la verità.
Fa bene tirare fuori e sputare il rospo…
E fa bene a chi ha sempre menato il can per l’aia, col naso lungo come Pinocchio, sentirsi dire alla fin fine, che era stato fin troppo compresa la sua magagna ricorrente.
Finché c’è vita c’è speranza.
Oh no?
Magari al prossimo interlocutore maestro o chicchessia la Pinocchia ne avrebbe raccontate di meno di palle.
Oppure le avrebbe raccontate in modo migliore sperando fossero più credibili.
Oppure doveva sperare di incontrare persone ingenue e stupide per davvero…
Ma questo era un problema solo suo
Le menzogne sono nude. Ed è nudo chi le indossa.
Fuori in cortile bambine e bambini si erano fermati a chiacchierare.
“… Ma sì… lo sapevamo tutti benissimo che raccontava bugie grosse come case… Qualche volta l’avevamo anche vista andare in giro invece di venire in classe. E magari l’ha vista anche il maestro… Così almeno imparerà da questa lezione…”
Libere riflessioni narrative a proposito di Hans Christian Andersen, I VESTITI NUOVI DELL’IMPERATORE…
( da Diari scolastici. 1964/1981)

Nessun commento: