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sabato 12 dicembre 2020

NARRAZIONE… CON SPESSORE DI REALTÀ

 NARRAZIONE… CON SPESSORE DI REALTÀ

(racconto e realtà)
“Caro amico…Sono affascinata come tanti altri leggendoti in questa piattaforma …
A volte sembra quasi possibile seguirti insieme alle persone che tu descrivi…
Pare addirittura possibile essere presenti e partecipare persona…
Molti aspetti sono intuibili: con le parole scelte appositamente si riesce a far sentire profumi, suoni e odori sfumature di immagini e di colori…
Ma credo ci sia qualcos’altro…
Sembrano reali gli oggetti narrati in versi e in prosa…
Se vuoi esser così gentile, chiedo consiglio…”
“Ti ringrazio per la domanda, cara…! Due notazioni iniziali. Da tempo mi ponevo il problema dello scarto e differenza tra la narrazione filmica, quella con le parole, e la realtà…
Certamente ho seguito metodologie e tecniche che tu hai rilevato benissimo.
Ma ci si può aggiungere qualcos’altro. Immaginare impressioni, emozioni, odori...
Ti faccio solo un esempio. Magari un po’ borderline.
Seguimi.
Qualcuno sta cercando di descrivere una persona protagonista di narrazione.
Collocata in un certo punto particolare dello spazio tempo.
La fantasia aiuta. Ma ci sono altri stratagemmi…
Il grande fratello Google segue dei suoi percorsi, (non certo di indagine, di scoperta e rintracciamento…) i suoi scopi sono: sapere dove si trova ciascuno, che gusti ha, a che ora è in un certo posto o in un altro, che spazi commerciali ha seguito, perché vuole vendere le sue informazioni ai suoi committenti…
La telefonia digitale avviene mandando impulsi elettromagnetici dai nostri cellulari, verso il cielo (tutto mappato da riquadri virtuali: “celle”, dove satelliti artificiali sono pronti a elaborarli, e a soddisfare la richiesta. Inviando risposte e dati...
Non è fantascienza… (I sistemi di rilevazione definiti geolocalizzazione vengono utilizzati anche come prova a livello giudiziario. Per cui sono con altissima approssimazione ritenuti attendibili).
Quando una persona scompare e non è più rintracciabile, ci riescono benissimo a individuarla queste procedure invocate dai tutori dell’ordine.
Torniamo alla narrazione.
Ipotizziamo che chi narra stia seguendo mentalmente qualcuno. Aspetta sue notizie. Non gli arrivano… Può immaginare, ma forse non basta… E allora…
È il grande fratello a dare una mano.
Quello stesso che traccia ciascuno di noi dovunque per i suoi scopi di mercato.
Le intuizioni non sono sufficienti.
La mappa costruita dai piccoli impulsi elettromagnetici, che Wi-Fi e GPS attraverso il costante collegamento con i satelliti artificiali, è già perfetta ed esatta.
Tant’è vero che viene utilizzata anche come prova in casi giudiziari…
Nella narrazione è possibile quindi descrivere in tutti i suoi movimenti spaziali e temporali il personaggio reale…oppure immaginare gli spostamenti di un personaggio narrato.
Allora, agli scopi della narrazione, che sono quelli che qui interessano, possiamo seguire questa traccia metodologica.
Chi narra si è inventato un personaggio. E lo segue nelle sue azioni . Può descrivere di vedere dove si trova, quando, e in che località.
E questo vale per tutti i co-protagonisti della narrazione.
Se ci si aggiunge la serie di ausili che tu hai descritto: odori, immagini, suoni, la narrazione prende ancora più corpo…
E diventa reale, o meglio sarebbe dire: realistica. Probabile.
I ragionamenti che ti ho fatto insieme alle mie approssimative informazioni che ti passo, sono finalizzate a dar corpo alla narrazione.
Ciò non toglie, che le stesse procedure al di fuori della narrazione, abbiano consistenza reale, come quelle che il grande fratello ottiene per i suoi scopi: sa dove ci troviamo, dove siamo stati, a che ora e presumibilmente per fare che cosa…
Ma questa seconda modalità è assolutamente da evitare… Diventerebbe controllo su persone vere… E perciò dannosa addirittura per l’immagine nostra mentale nei confronti di quella persona… In parole povere sarebbe male soprattutto noi stessi…
Ma questo è un altro paio di maniche.”
“… Ti ringrazio di essermi stato maestro in questa carrellata che mi hai fatto…
Non credo che seguirò mai qualcuno…
In termini più semplici: se una persona mi interessa guardo quello che vedo di quella persona alla luce del sole. Non mi pongo domande… Non curioso…
Non mi interessa…
Ma quando vorrò esercitarmi a narrare, potrò collocare mentalmente i miei protagonisti, corredando la narrazione, almeno dentro la mia mente, di immagini di luoghi, spazi, percorsi e mappe…
Ahahah…
Buona narrazione. Buona vita.
Ti sono grata e te lo dimostrerò ...presto…”

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