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mercoledì 6 ottobre 2021

E mi ronzavano in mente dei versi latini del poeta Properzio…

 E mi ronzavano in mente dei versi latini del poeta Properzio…

In cui con mestizia racconta l’apparizione in sogno della donna amata: Cinzia, defunta.
L’aspetto di lei e quello di un fantasma. Ancora ha i suoi fluenti capelli biondi.
E ancora porta al dito l’anello con la pietra di berillio. Un po’ consunta dal fuoco in cui fu bruciata.
Non riesco a trovare i versi originali, né in latino e neppure nella traduzione italiana.
Ma mi risuonano ancora vivissimi.
Amo, apprezzo e venero la poesia latina.
Ma ora, questa reminiscenza onirica di Sesto Aurelio Properzio, che mi sussurra nel ricordo, suona per me come una metafora.
E vedo, consunto dal fuoco, l’aspetto femminile che nel mio ricordo si è andato estinguendo, consumando, sparendo…
Da fiamma prima accesa a lungo come lucerna d’amore, come candela, è diventata la fiamma di un rogo di cremazione.
E Cinzia, diventa per me, epigone e fantasma di una realtà che si è, e che ho intenzionalmente, cancellato.
Epitaffio genetliaco.
Ricordo ed estinzione.
Mesto fantasma non di una persona, ma delle emozioni provate per costei.
Celebro nella memoria.
Mi condolgo con me stesso.
Dalla cenere spenta, le piogge fanno germogliare nuovi semi, nuovi germogli.
Nanni Omodeo Zorini
Angela Angelamantelli e Maria Teresa Grano
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