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martedì 5 ottobre 2021

«… L’OSCURAMENTO DELLA RETE…”

 «… L’OSCURAMENTO DELLA RETE…”

"…Ma cazzo, cosa sta succedendo? Ora provo a spegnere e riaccendere il modem…”
Pare che tutti, molti e molte abbiano pensato qualcosa del genere. Il sistema più invalso e consueto: spegnere e riaccendere il telefonino o il tablet; spegnere e riaccendere il computer. Passare da un servizio, di quelli definiti social, ad un altro.
E questo è l’avvenimento di ieri. Col senno di poi: cioè col senno dell’oggi. Non mi importa niente di quali potessero essere le cause che hanno determinato il blocco e l’oscuramento.
Provo a immedesimarmi con le mie stesse perplessità, dubbi, ipotesi in sintonia con altri utenti. Io su FB ci scrivo poesie, racconti, riflessioni. Ma anche molte altre persone, da quello che posso sempre constatare verificando quanti dei miei 1000 e rotti contatti/amicizie risultano contemporaneamente collegati, on-line.
“Ma perché mai la/il tal dei tali non risulta raggiungibile?
E addirittura perché in assoluto sia FB, che in WhatsApp, che Instagram non sono neppure rintracciabili?
È questo coglione del mio tablet, del mio computer, del mio smartphone… Ora lo spengo e l’ho riaccendo…”
Amanti amorosi e appassionati si sono sentiti abbandonati dalla persona cara.
Curiosi di certi raggruppamenti aspettavano risposte urgenti.
Litigiosi, utenti nelle varie piattaforme, non vedevano l’ora di poter riprendere a scazzottarsi verbalmente. Come in quella barzelletta dei due litiganti, nella quale uno dei due afferma “… Ne ho prese… Ma gliene ho dette tante…”
Ciascuna/o ha agito d’impulso secondo una propria conformazione di personalità...
Chi ha spento il marchingegno, e ha rinunciato.
A sapere.
A polemizzare.
A chiarire.
Chi invece ha continuato ad arrovellarsi…
“… Ma vuoi vedere che… Lui/lei ha fatto apposta a far scattare un bailamme che ha mandato in tilt il sistema?
Con chi starà chattando…?
Cosa starà facendo…?
Ha pubblicato qualcosa di scottante o ne sta leggendo qualcuna pubblicata da altri…?
La cosa mi fa davvero incazzare…!”
Chiudere e spegnere il dispositivo. O addirittura, spegnere, bloccare, cancellare dai contatti messaggistici, o dal social…
Ma non c’era una congiura. Un attentato al personale equilibrio del benessere esistenziale.
Un’altra cosa era successa…
Ce l’hanno poi raccontata altri media o anche gli stessi che erano andati in tilt.
Il fatto in sé e per sé poteva anche essere prevedibile o previsto.
Ma al di là dello strumento tecnologico, informatico, telematico, è interessante andare a guardare dentro alle reazioni possibili degli utenti.
La molla e la tempesta sono stati soltanto un “casus belli”.
Senza fenomeni straordinari ed eccezionali come questo, già abitualmente, nella relazione di vicinato di condominio, coniugale, di coppia, da un momento all’altro possono o potrebbero scattare piccole guerre sotterranee e più o meno silenziose.
Qualcuna o qualcuno, alla fin fine, c'è rimasto addirittura male.
Che fosse sistema di comunicazione Web a non funzionare.
Sono rimasti a bocca asciutta: speravano di potersela prendere con qualcuno, addossando la colpa della mancanza di contatto, e continuare un proprio percorso conflittuale latente che covava da tempo.
Oggi, sono dovuto andare dal dentista: speravo di andarci con la moto, ma pioveva che “qualcuno” la mandava giù a catinelle.
Ho dovuto spostare lo scooter. Tirar fuori l’auto che da molto tempo non uso mai.
Dotarmi di un ombrello.
Scoprire che aveva le stecche che saltavano fuori dai loro supporti e sembrava uno di quei parapioggia che si trovano nell’immondizia abbandonata nelle periferie. Accanto ai vecchi frigoriferi sfasciati.
Ma l’auto dove l’avrei parcheggiata?
Avrei trovato un posto?
E in quel caso avrei avuto sottomano la moneta per il biglietto del parcheggio…?
Col dentista è andata abbastanza bene.
Si fa per dire: tono calmo e rassicurante, spiegazione dettagliata con termini specialistici, spesso incomprensibili; e, dopo aver insistito, ho sentito una cifra iperbolica…
Ricordo di quando qualche decennio addietro, il sistema della finanza aveva deciso di cercare e acciuffare gli evasori.
Guarda caso era voce comune che i medici dei denti fossero quelli che guadagnavano a dismisura. Magari in nero.
Alcuni dentisti allora, per evitare visite ispettive, controlli meticolosi, avevano pregato i propri pazienti di portare a casa propria i calchi in gesso che avevano realizzato per gli interventi di installazioni nelle proprie bocche di clienti.
Sarebbero state, ad un’ispezione, prove schiaccianti della dimensione della clientela…
“Occhio non vede, cuore non duole…” E portafoglio neppure…
Ho ritrovato questi calchi, minuscoli reperti che mi facevano pensare a Pompei e Ercolano. E, con un po’ di malafede, ho capito tutto…
Oggi, le piattaforme di Zuckerberg, quelle che ci propongono di acquistare montascale, apparecchi acustici, e altra paccottiglia che non ci serve, e che ci avevano promesso che il servizio che offrivano sarebbe stato sempre gratuito, hanno ripreso la loro attività.
Sempre un po’ subdolamente: definendo il loro mercato degli “o bei o bei”: suggerimenti…
Come avevano fatto le tv commerciali, ipocritamente autodefinitesi libere, quando era nato il grande mercato del berlusconismo.
E io allora adesso ne approfitto. Invece di spiegare il come il perché e il che cosa del blackout della rete, lascio che ciascuno raccolga le informazioni dove vuole…
Naturalmente sulla rete…
E ne approfitto per fare una mia narrazione, il mio blablabla la mia chiacchierata.
Nanni Omodeo Zorini
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