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venerdì 3 giugno 2022

 A LEGGERE I GIORNALI A SCUOLA

Ti ringrazio, Eleonora, della stupenda lezione che ci regali!
Fare cultura, linguistica, sociologica o di qualsiasi genere, a mio parere consiste proprio in questo. Valanghe di anni fa, quando ancora facevo il professore di lettere precario, pendolare, e viaggiava avanti indietro con le littorine delle ferrovie dello Stato, ricordo che compravo diversi quotidiani. Ci volevano ore a compiere il viaggio di avvicinamento. I quotidiani servivano a me per impiegare le ore di tempo del viaggio e mi sarebbero serviti nella lezione successiva con i miei alunni dell’Ossola. Appena arrivato li buttavo sulla cattedra, e lasciavo che ragazze e ragazzi usassero titoli fotografie e quanto regalavano quei fogli.
Era poi sempre qualcuno di loro che faceva una scelta. “Prof (mi chiamavano così perché non sapevano che ero iper precario) perché non proviamo a vedere questo avvenimento qui…?” Parlo della fine degli anni 60, inizio anni 70… Naturalmente nonostante le esigue risorse economiche che il mio lavoro di docente pendolare mi metteva a disposizione, ne compravo diversi. Gazzetta del popolo, Stampa, L’Unità, e il neonato Il manifesto…
Ci si divideva a gruppi e ciascun gruppo seguiva la notizia, se era riportata, da ciascun quotidiano. Io gironzolavo tra i gruppi, senza influenzarli, al massimo suggerendo risposte e interpretazioni rispetto a termini inusitati e per loro nuovi.
Poi ciascun gruppo sceglieva un relatore che in sintesi diceva a tutto resto della classe il nocciolo di quanto aveva letto scritto. Poi, il confronto: differenze, interpretazioni, particolari e sfumature saltavano subito all’occhio!
La lezione era bell’e fatta!
Per pigrizia ad uscire e a comperare i giornali, ora mi limito, quando me lo permettono nel Web le testate, di leggerli da lontano.
Mi sono ritrovato perfettamente nella tua analisi sulle due testate locali che hai spulciato, analizzato e letto.
Verrebbe da dire: “il cacio sui maccheroni”… I due fogli che hai esaminato svicolano sui problemi, saltano a piè pari sui nodi concettuali. Prendono Roma per toma, arrivando addirittura a sostenere che lo sciopero degli insegnanti, indetto anche per la rimunerazione insufficiente, non è riuscito proprio perché vengono pagati poco… Oppure, denotando ignoranza fondamentale, vengono attribuite le responsabilità del ministero e del governo, alle organizzazioni sindacali…!
Che ci sia molta confusione, anche a proposito dell’invasione ucraina, non dovrebbe quindi stupire… Talvolta chi si fa retribuire dagli utenti/lettori, è in malafede, disinformato, male informato; o addirittura non sa usare la lingua e tantomeno il proprio cervello… Le parole, la lingua e il linguaggio, oltre che per comunicare e dare informazioni, sono strumenti per organizzare il pensiero!
Grazie Eleonora!
Nanni Omodeo Zorini
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