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giovedì 28 giugno 2018

A ESSERE MALATI



A ESSERE MALATI
(Un altro racconto per te Artemisia!)

Raramente ma a volte era capitato. Un raffreddore. Un'influenza. Una bronchite…
La consolazione era quella di non dover andare a scuola a fare i compiti. A studiare le lezioni noiose. Imparare a memoria le poesie. Studiare e ripetere gli affluenti di destra e di sinistra del Po, e la popolazione delle regioni e degli stati d'Europa.
Sulle prime sembra un po' bello. Però cola il naso. Starnuti e colpi di tosse. E poi la febbre che fa venire i brividi. A volte addirittura fa battere i denti. E fa venire delle strane fantasie e degli strani pensieri. Come un lungo disteso interminabile sogno spesso disturbato e disturbante.
Ci si può magari consolare con l'idea che almeno non si sta in mezzo alla gente antipatica noiosa. Crogiolandosi e coccolando la propria solitudine.
Ma dopo mezza giornata o addirittura dopo uno o due giorni, anche questa non risulta +1 regalo o una cosa bella. Uscire. Vedere gente. Andare a giocare in cortile o in strada.
Queste piacevolezze cominciano a mancare.
Ci si misura la temperatura sotto l'ascella o volte addirittura sotto la lingua. "Ancora 38 5… Anche domani allora resterò a casa… Che bello… Anzi… Uffa! Comincia a diventare una noia questa cosa…"
A ripensarci all'indietro viene un doppio sentimento ambivalente. Di piacevole nostalgia di quando si sta rannicchiati sotto le coperte. Dormicchiando. Pensando. Sognando continuamente.
Ma anche si ha un senso di fastidio. Si spera che non succeda molto presto o comunque di frequente.
D'altra parte, anche quando non ha la febbre, il raffreddore un'influenza, sei di malumore, si ha pensieri che la disturbano, è convinta che sia un rifugio piacevole e riposante e curativo starsene da sola.
Starsene chiusa a riccio. Le pare un ripiego.
Ma risulta tale solo i primi momenti. E poi, si fa strada un pensiero positivo, una speranza, un desiderio…
La voglia di vedere almeno le persone più care. Quelle con le quali si è in totale confidenza. Quelle con le quali non si hanno segreti, si racconta tutto, ci si apre completamente…
Certo, a pensarci bene sembrerebbe che si è limitato il numero di queste persone. Però…
E allora, mentre è nella sua tana chiusa a riccio, in difesa, a leccarsi le ferite, le viene in mente quella persona particolare. Cerca di impedirselo. Ma continua sempre di più a buttarci il pensiero e la mente. A cercarla mentalmente… Malata o solo imbronciata che sia.
Poi di colpo è come se si levasse un vento che spazza le nuvole. Cancella la nebbia e il grigiore col quale vedeva il mondo. Come quando la febbre è calata. Il naso non cola più tanto e gli starnuti sono rari. C'è solo qualche colpo di tosse. E allora il raggio di sole portato dal vento fresco si fa strada piano piano.
E non riesce a negarselo. Neanche a se stessa. Nel proprio intimo. Nel segreto interiore.
"Che bello… Forse possiamo rivederci presto… Ed è proprio vero che quando siamo insieme è una cosa fantastica… Sto benissimo… Vedo sereno e positivo… Aspetto che ci sia il momento giusto… E poi…"
E poi il momento giusto arriva. L'incontro è magico. Come le prime volte che ci si è conosciuti. E il cuore ricomincia a battere forte: tu tum,  tu tum,  tu tum, tu tum…
Ed è come rinascere daccapo… Una continua resurrezione…
E allora la tana nella quale ci si era nascosti non sembra più così allettante riposante e confortante…
Verrebbe voglia quasi che non ci fosse stata.
Magari, si pensa, la prossima volta non mi nascondo nel buio…
E il cielo azzurro è blu ed è sempre più blu.
E allora il sole e tiepido e fa carezze morbide e piacevoli.
E allora si va con passo ancora un po' incerto verso l'incontro, verso la rinascita, verso il sorriso, verso le risate, verso l'allegria…

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