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sabato 30 giugno 2018

SCAMPATO PERICOLO

SCAMPATO PERICOLO

In genere alzarsi al mattino non era mai stato un problema da moltissimi anni. Di colpo si svegliava, prestissimo tra le cinque e le sei. Cominciava a pensare qualcosa si accorgeva di essere completamente sveglio. E allora si metteva a fare le solite cose di sempre… Prendere le pastiglie, farsi il caffè con il miele, un rapido e leggero spuntino…
A volte nel risvegliarsi gli risuonava in mente qualche frase molto più spesso qualche ritornello di canzone… Gli faceva compagnia in modo molto ripetitivo…
Però le cose ora non andavano affatto così…!
Sveglio, si sentiva sveglio… Ma c'era qualcosa di diverso dal solito… Era come se non avesse neanche dormito… Oppure addirittura come se fosse ancora completamente sprofondato nella dimensione onirica…
Boh! Come d'abitudine cercò di portare al naso la mano per togliere quella mascherina che usava contro le apnee notturne.
Niente.
Nè la mascherina né altro c'era… Come se non l'avesse neanche messa sul volto la sera prima. Ma anzi, c'era di peggio: neanche poteva verificarlo! Si, proprio così… La mano che aveva voluto andare a sentire sul volto quell'oggetto di plastica che ricordava molto le maschere respiratorie dei primi voli degli anni 30 50 del secolo 900, era come se non ci fosse neanche stata… Come se non si fosse neanche mossa…
La cosa cominciava un pochino a puzzargli… Ma cazzo!? Cosa stava succedendo?
Stiamo calmi si disse. Volle verificare il battito cardiaco. La respirazione. Ma si rese conto che in nessun modo era in grado di fare qualcosa del genere… Per cautela si era riservato di non aprire ancora gli occhi… Aveva un presentimento terribile… strano…
Che fosse stato ancora in preda a qualche apnea notturna, con conseguente mancanza di ossigeno al cervello e al cuore, anossia, gli sembrava che si chiamasse…
Ma cazzo cazzo cazzo…!? Se qualcosa del genere era avvenuto , allora…
Ma come si fa a stare calmi…?! Era già bello, buono è positivo che riuscisse almeno a pensare… Ma anche questo era strano: i pensieri venivano fuori lenti distaccati come se galleggiassero sospesi nel vuoto nell'acqua o nell'iperspazio…
Ma no! Proprio quel giorno…!
No… Non è che avesse impegni particolari inderogabili… Si fa per dire… Praticamente la solita routine: il caffè, i farmaci abituali, qualche decina di minuti nella palestrina in mansarda… La sauna doccia… E poi… Un'occhiata ai socialnetwork… Guardare i messaggi arrivati durante la notte… Rispondere… Molto spesso realizzare qualche progetto mentale che si era ricordato già dal giorno prima… Qualche frase o qualche attacco di parole era già pronto per farlo diventare una composizione poetica…
L'ascolto di Rai tre radio prima pagina talvolta gli faceva nascere il raptus e l'impulso di buttar giù un testo per far polemica con qualche notizia o con qualche interpretazione che veniva data lì…
Il racconto… Ne aveva una mezz'idea… Lo spunto, l'idea iniziale, poi scrivendo si sarebbe divertito a inventare cose nuove… Ma la cosa strana e incomprensibile adesso era che il racconto non aveva ancora cominciato a farlo, a buttarlo, giù a stenderlo…
Non aveva neanche iniziato a farsi il caffè…
Ad attivare e accendere la sauna.
A togliersi la mascherina da pilota di aereo anni 30…
E neppure aveva avuto l'impulso di andare in bagno…!
Teneva allontanata da sé quell'idea che gli era balenata all'improvviso… Troppo assurda e impossibile… Continuava a dire a tutte le persone amiche e meno amiche, e addirittura alla sua innamorata, che aveva fatto il patto per sopravvivere a se stesso almeno altri 20 o trent'anni…
Ma ora…
Cazzo cazzo cazzo!
E non sapeva ancora se cominciare a restarci male per aver commesso uno strafalcione e una gaffe così grande….
E poi si accorse di un'altra cosa straordinaria inconcepibile e abbastanza amara… Quando decise di aprire gli occhi si rese conto che senza ancora averli aperti, da sempre lui vedeva tutto quello che c'era intorno… La tapparella era ancora abbassata e la stanza doveva essere in penombra. Non aveva acceso la luce sul comodino…
Eppure…
Poche balle: lui vedeva perfettamente tutto senza aprire gli occhi e che cosa vedeva?
Dall'alto vedeva sotto di sé una sagoma allungata, col capo coricato leggermente sul fianco sopra il cuscino… Sulla bocca e sul naso una specie di boccaglio trasparente… Gli occhi chiusi… E…
CAZZO! Nessun movimento: quel tale lì sotto non respirava!
I capelli bianco-grigi folti erano sparsi sulla federa rossa del cuscino.
Preferì ancora per un po' non pensare a quella cosa che aveva rimosso e cancellato almeno momentaneamente…
Idee o parole generatrici per poesie non ne aveva in mente… Ma…
E qui gli venne da ridere: aveva in mente un'idea per un racconto...
E nel racconto un tale si sarebbe svegliato dopo un ictus o un infarto notturno… Cioè non si sarebbe affatto svegliato…
Si sarebbe accorto che era finita la sua avventura…
Ma la fregatura adesso era che il racconto non lo stava scrivendo…
Il racconto lo stava vivendo in prima persona! E qui avvenne la cosa strana magica incredibile.
Appena si rese conto che stava vivendo il proprio racconto, si mise sghignazzare dentro di sé… Silenziosamente prima… E poi sempre più forte… E dallo sghignazzare fece tremare la mascherina di plastica contro le apnee notturne… Sentii il fiato freddo che gli arrivava allenare alla bocca sentii il ronzio…
Riuscì davvero ad aprire gli occhi…
Madonna…!
Ma allora gli era andata davvero di culo…!
Allora poteva davvero contare nei prossimi 20 o 30 anni?
Si compiacque come faceva spesso di usare termini pesanti, volgari, trasgressivi non perché gli piacesse la volgarità in sé e per sé, ma perché le parole forti pesanti erano come urlate, accentate, scritte in grassetto, evidenziate…
Allungò la mano. Premette il pulsante. La macchinetta sul comodino fece spegnere la lucina e l'aria fresca smise di pompargli sul volto…
Sfilò i cinturini elastici dal capo. Si tolse la mascherina… E allora si decise a fare quello che temeva di non poter mai più fare…
Andò subito in bagno perché un po' di ipertrofia prostatica ce l'aveva…
Accese il pulsante per fare scaldare le resistenze che l'avrebbero reso incandescenti le pietre nell' hammam…
Scaldò la macchinetta del caffè espresso…
E cominciò come tutte le mattine a ingurgitare capsule, pastiglie grandi e piccole…
Ci bevve dietro e sopra un abbondante bicchiere di acqua con le gocce ayurvediche… Da quella brocca immensa che lui chiamava il suo "sciroppone"…
Ma questa mattina i gesti abituali si gestivano da soli, per conto proprio… Lasciandogli il piacevole fresco suono e canto della risata che gli stava sgorgando dentro…
Non mi ero neanche spaventato, si disse, meravigliato, stupito, attonito, perplesso al massimo…
Al massimo poteva essere proprio uno scherzo da prete quello…
E dentro rideva tutto… E subito corse con il pensiero al sorriso dolcissimo di lei… Quel giorno l'avrebbe vista… Le avrebbe raccontato questa vicenda…
E lei avrebbe creduto che si trattava di uno dei soliti suoi pretesti per farla sorridere ridere e divertire…
E solo alla fine avrebbe creduto quello che lui le stava dicendo:
«dopo aver detto tante volte quella frase ricorrente che magari mi sarei deciso prima o poi a prendere il cammino con passo lento verso il cimitero degli elefanti… E sai benissimo che lo dicevo per scaramanzia… Ho avuto per qualche secondo il dubbio, fermo lì che galleggiava in sur-place, che magari…
Quella cosa poteva anche succedere…
Sarebbe anche potuta succedere quella mattina stessa…
E invece…
E mentalmente fece un gesto osceno che gli ricordava quella frase di Luigi Pulci quando un suo personaggio in silenzio fa una blasfema bestemmia con le dita verso il cielo…
"… A MACOMETTO, CON AMENDUE LE MAN LE FICHE GLI FACEA…"
E laicamente, agnostico e addirittura ateo nel profondo dell'anima, sapeva che non stava offendendo nessuna divinità di nessuna confessione religiosa… E ancora un po' emozionato e spaventato rise dentro di sé…
"Questa volta ancora gliel'ho fatta!"

Nanni Omodeo Zorini Qfwfq

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