GUARDARE
IL MONDO DAL BASSO
Eh, sì…
Anche fare la bambina non è mica tanto facile…! Pensava la piccola guardandosi
intorno e meditando bene.
I
genitori. Ti dicono sempre cosa devi fare, cosa non devi fare, come devi
comportarti, e questa cosa sì, e questa cosa no… Comodi però loro! Soprattutto
la mamma e di fatto è la vera comandante della famiglia e che mi vuole guidare
a bacchetta. Il papà è buono, ma è praticamente come assente. Non solo quando è
fuori di casa per lavoro. È quasi come non averlo.
E
allora?
La
cameretta deve essere sempre in ordine. Non lasciare mai le calze o la
biancheria in giro. Ritirare i giochi negli scatoloni e nei cassetti. Al
massimo appena ho rimesso a posto il letto, una bambola posso lasciarla lì,
come se dormisse col capo sul cuscino.
E va
bene.
E per
uscire? Sono incerti orari, quando lo decide lei, e devo ricordarmi di tornare
a quell'ora giusta… Devo uscire bella in ordine. Che se no la gente pensa che
sono una trovatella. E va bene.
A
giocare si va soprattutto nel cortile. Qualche volta possiamo anche uscire sul
marciapiede perché tanto di auto e di traffico non se n'è quasi mai. Meno male.
Le
amiche e le compagne sono un po' come capita. Qualcuno certe volte mi piace
tantissimo, e non vedo l'ora di uscire a giocare perché ce l'ho in mente. Poi
magari dopo un po' di tempo va a finire che ne preferisco un'altra.
Ma
nel gruppo si gioca abbastanza bene. Nessuno mi guarda con aria di superiorità.
Neanche le ragazze più grandi. È bello perché anch'io ho il mio ruolo e nessuno
mi tratta come fa sentire come una stupida!
Ma
sono i grandi in famiglia che non li sopporto… Anzi, purtroppo mi tocca
sopportarli, e sentirmi come loro mi giudicano. Bambina femmina, la più piccola
della famiglia, che non è un genio ma che la si sopporta così… Uffa…!
Poi
ci sono gli altri grandi. Le vicine e i vicini di casa. Tutti quelli che
conosciamo compresi i parenti. Sono fatti tutti a modo loro. Da quelli che ti
fanno una coccola e una cara, con un'aria un po' di sopportazione che solo
qualche volta di affetto e simpatia. A quelli che non ti vedono neanche. A
quelli che magari si sgridano anche loro: non fare così; non fare cosà; mi
sembri un maschiaccio…
Io
vorrei che tutti mi guardassero con simpatia ed affetto. Ma solo qualcuno lo
fa.
Mi
piacerebbe tanto potermi scegliere anche tra i grandi quelli che mi piacciono
di più.
Con i
miei coetanei viaggia tutto bene. Ma qualche grande speciale quello se mi
piacerebbe davvero incontrarlo!
Delle
mie compagne hanno a scuola delle maestre e dei maestri veramente favolosi e
speciali. Poche a dir la verità. Ma mi piace molto un maestro che ha sempre i
suoi alunni intorno, che lo chiamano maestrino, che gli dicono le cose carine,
e lui si comporta da grande che però capisce i bambini.
Certe
volte mi domando se i grandi riescono a capire come siamo fatti noi bambini e
bambine. Secondo me pochissimi. A dir la verità anche per me difficile riuscire
a pensare come penserebbe un grande. Solo con pochi ci sono riuscita.
E
mentre metto a posto la cameretta, provo a raccontarmi delle storie.
E
magari che la mia maestra un po' antipatica che ha sempre le sue preferite le
sue predilette, magari sta a casa ammalata un po' di tempo. O magari che cambia
scuola. Quando sono un po' vecchi maestri li mandano in pensione…
E
allora mi racconto che è venuta una nuova maestra. Che magari mi prende un po'
di simpatia. Senza fare delle grandi preferenze, ma mi basta che mi tratta bene
come tutti gli altri.
Un
sogno ancora più bello e che venga un maestro come quello che hanno le mie
compagne. Ma quello lo so che non si realizza. Oppure, magari, chissà…?
Ora
me lo raccontò così…
"Buongiorno
bambine e bambini. La maestra tal dei tali purtroppo non sarà più la vostra
insegnante. Per quest'anno ci sarò io. Mi chiamo così e così… Mi piace molto
insegnare, e voglio molto bene i bambini e alle bambine. Cerco di capirli. Di
mettermi nei loro panni. Di pensare e di immedesimarmi nelle loro testoline.
Certo non li lascio fare tutto quello che vogliono… Ci mancherebbe! E non
voglio soltanto raccontar loro tutte le cose che io sono già perché le
ripetano. Voglio aiutarli tutti a trovare la strada ciascuno per imparare.
Posso essere un amico; ma un amico grande; se loro rispettano i patti che
stabiliamo insieme…
Tu mi
guardi con quegli occhioni azzurri, non sei un po' scomoda li in quel banco in
terza fila? Scusami ma mi sembri un po' piccolina… Perché non vieni qui davanti
in questo banco qui che libero? Anzi facciamo proprio così. Se non ti dispiace
vieni subito. E proprio perché tu non ti senta sperduta e troppo piccina, ti do
subito un incarico. Ho deciso: se sei d'accordo e ti fa piacere, sarai la mia
aiutante. Ti va ?
Magari
sollevandosi sulle punte dei piedi vuoi per favore prendere il cancellino e
pulire la lavagna? Bravissima! Proprio
così! E di già che sei vicina alla lavagna, scrivi la prima frase che ti viene
in mente… Così… Senza star a pensarci troppo… È quello che faremo tutti quanti
insieme… Scrivere le cose che pensiamo anche sui nostri quaderni. E magari
quelle più belle le raccogliamo se piacciono a tutti che le stampiamo in un
giornalino di tutta la classe…"
E mi
immagino di scrivere: «oggi è venuto un nuovo maestro. Sembra molto simpatico.
E mi ha fatto venire al primo banco. Finalmente qualcuno che si è accorto di
me. Oggi sono proprio contenta. I maestri dovrebbero essere tutti così:
gentili, decisi, forti, che però ci parlano e ascoltano quello che diciamo che
pensiamo…»
Ora
ho finito di mettere a posto la cameretta.
E mi
è piaciuto raccontarmi questa storia.
E mi
piacerebbe tanto incontrare un grande buono che mi capisca e che mi faccia
sentire a mio agio.
Basta
sgridate inutili quando non me le merito. Non mi verrebbe neanche voglia di
essere monella o di fare la stupida.
Penso
proprio che prima o poi incontrerò un grande così. Ma per ora questo sogno a
questa fantasia me li metto nel cassetto dei sogni…
Credo
che ogni bambina e bambino abbiano bisogno di essere trattati bene, voluti
bene, ascoltati… Non è mica colpa nostra se siamo ancora bambini! E io sto già
pensando che un po' alla volta diventerò grande. E che prima o poi incontrerò
una persona fantastica.
Adesso
però devo smettere perché devo andare a comprare il pane. Intanto potrò
guardare un po' in giro. Vedere la gente che passa. Guardare le persone.
Provare e immaginare come sono dentro. Sono sicura che quasi sempre quando lo
faccio non mi sbaglio.
Andiamo
ora. Se no la mamma mi sta addosso e mi dice di sbrigarmi.
Ma
certo che mi sbrigo. Lasciatemi essere bambina. Lasciatemi diventare grande un
po' alla volta. Lasciatemi giocare. E quando mi va lasciatemi stare da sola che
mi piace tanto!
Prendo
la borsa del pane e metto i soldi nella tasca della gonnella.
E
vado.
Mentre
esco di casa mi guardo nello specchio alto e lungo che c'è nel soggiorno.
E trovo che con i sogni e i
racconti che mi sono fatta prima, mi vedo molto più carina e bella. Prima o poi
qualcuno se ne accorgerà. Tanto per cominciare me ne sono accorta io
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