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domenica 24 giugno 2018

GUARDARE IL MONDO DAL BASSO






GUARDARE IL MONDO DAL BASSO

Eh, sì… Anche fare la bambina non è mica tanto facile…! Pensava la piccola guardandosi intorno e meditando bene.
I genitori. Ti dicono sempre cosa devi fare, cosa non devi fare, come devi comportarti, e questa cosa sì, e questa cosa no… Comodi però loro! Soprattutto la mamma e di fatto è la vera comandante della famiglia e che mi vuole guidare a bacchetta. Il papà è buono, ma è praticamente come assente. Non solo quando è fuori di casa per lavoro. È quasi come non averlo.
E allora?
La cameretta deve essere sempre in ordine. Non lasciare mai le calze o la biancheria in giro. Ritirare i giochi negli scatoloni e nei cassetti. Al massimo appena ho rimesso a posto il letto, una bambola posso lasciarla lì, come se dormisse col capo sul cuscino.
E va bene.
E per uscire? Sono incerti orari, quando lo decide lei, e devo ricordarmi di tornare a quell'ora giusta… Devo uscire bella in ordine. Che se no la gente pensa che sono una trovatella. E va bene.
A giocare si va soprattutto nel cortile. Qualche volta possiamo anche uscire sul marciapiede perché tanto di auto e di traffico non se n'è quasi mai. Meno male.
Le amiche e le compagne sono un po' come capita. Qualcuno certe volte mi piace tantissimo, e non vedo l'ora di uscire a giocare perché ce l'ho in mente. Poi magari dopo un po' di tempo va a finire che ne preferisco un'altra.
Ma nel gruppo si gioca abbastanza bene. Nessuno mi guarda con aria di superiorità. Neanche le ragazze più grandi. È bello perché anch'io ho il mio ruolo e nessuno mi tratta come fa sentire come una stupida!
Ma sono i grandi in famiglia che non li sopporto… Anzi, purtroppo mi tocca sopportarli, e sentirmi come loro mi giudicano. Bambina femmina, la più piccola della famiglia, che non è un genio ma che la si sopporta così… Uffa…!
Poi ci sono gli altri grandi. Le vicine e i vicini di casa. Tutti quelli che conosciamo compresi i parenti. Sono fatti tutti a modo loro. Da quelli che ti fanno una coccola e una cara, con un'aria un po' di sopportazione che solo qualche volta di affetto e simpatia. A quelli che non ti vedono neanche. A quelli che magari si sgridano anche loro: non fare così; non fare cosà; mi sembri un maschiaccio…
Io vorrei che tutti mi guardassero con simpatia ed affetto. Ma solo qualcuno lo fa.
Mi piacerebbe tanto potermi scegliere anche tra i grandi quelli che mi piacciono di più.
Con i miei coetanei viaggia tutto bene. Ma qualche grande speciale quello se mi piacerebbe davvero incontrarlo!
Delle mie compagne hanno a scuola delle maestre e dei maestri veramente favolosi e speciali. Poche a dir la verità. Ma mi piace molto un maestro che ha sempre i suoi alunni intorno, che lo chiamano maestrino, che gli dicono le cose carine, e lui si comporta da grande che però capisce i bambini.
Certe volte mi domando se i grandi riescono a capire come siamo fatti noi bambini e bambine. Secondo me pochissimi. A dir la verità anche per me difficile riuscire a pensare come penserebbe un grande. Solo con pochi ci sono riuscita.
E mentre metto a posto la cameretta, provo a raccontarmi delle storie.
E magari che la mia maestra un po' antipatica che ha sempre le sue preferite le sue predilette, magari sta a casa ammalata un po' di tempo. O magari che cambia scuola. Quando sono un po' vecchi maestri li mandano in pensione…
E allora mi racconto che è venuta una nuova maestra. Che magari mi prende un po' di simpatia. Senza fare delle grandi preferenze, ma mi basta che mi tratta bene come tutti gli altri.
Un sogno ancora più bello e che venga un maestro come quello che hanno le mie compagne. Ma quello lo so che non si realizza. Oppure, magari, chissà…?
Ora me lo raccontò così…
"Buongiorno bambine e bambini. La maestra tal dei tali purtroppo non sarà più la vostra insegnante. Per quest'anno ci sarò io. Mi chiamo così e così… Mi piace molto insegnare, e voglio molto bene i bambini e alle bambine. Cerco di capirli. Di mettermi nei loro panni. Di pensare e di immedesimarmi nelle loro testoline. Certo non li lascio fare tutto quello che vogliono… Ci mancherebbe! E non voglio soltanto raccontar loro tutte le cose che io sono già perché le ripetano. Voglio aiutarli tutti a trovare la strada ciascuno per imparare. Posso essere un amico; ma un amico grande; se loro rispettano i patti che stabiliamo insieme…
Tu mi guardi con quegli occhioni azzurri, non sei un po' scomoda li in quel banco in terza fila? Scusami ma mi sembri un po' piccolina… Perché non vieni qui davanti in questo banco qui che libero? Anzi facciamo proprio così. Se non ti dispiace vieni subito. E proprio perché tu non ti senta sperduta e troppo piccina, ti do subito un incarico. Ho deciso: se sei d'accordo e ti fa piacere, sarai la mia aiutante. Ti va ?
Magari sollevandosi sulle punte dei piedi vuoi per favore prendere il cancellino e pulire  la lavagna? Bravissima! Proprio così! E di già che sei vicina alla lavagna, scrivi la prima frase che ti viene in mente… Così… Senza star a pensarci troppo… È quello che faremo tutti quanti insieme… Scrivere le cose che pensiamo anche sui nostri quaderni. E magari quelle più belle le raccogliamo se piacciono a tutti che le stampiamo in un giornalino di tutta la classe…"
E mi immagino di scrivere: «oggi è venuto un nuovo maestro. Sembra molto simpatico. E mi ha fatto venire al primo banco. Finalmente qualcuno che si è accorto di me. Oggi sono proprio contenta. I maestri dovrebbero essere tutti così: gentili, decisi, forti, che però ci parlano e ascoltano quello che diciamo che pensiamo…»
Ora ho finito di mettere a posto la cameretta.
E mi è piaciuto raccontarmi questa storia.
E mi piacerebbe tanto incontrare un grande buono che mi capisca e che mi faccia sentire a mio agio.
Basta sgridate inutili quando non me le merito. Non mi verrebbe neanche voglia di essere monella o di fare la stupida.
Penso proprio che prima o poi incontrerò un grande così. Ma per ora questo sogno a questa fantasia me li metto nel cassetto dei sogni…
Credo che ogni bambina e bambino abbiano bisogno di essere trattati bene, voluti bene, ascoltati… Non è mica colpa nostra se siamo ancora bambini! E io sto già pensando che un po' alla volta diventerò grande. E che prima o poi incontrerò una persona fantastica.
Adesso però devo smettere perché devo andare a comprare il pane. Intanto potrò guardare un po' in giro. Vedere la gente che passa. Guardare le persone. Provare e immaginare come sono dentro. Sono sicura che quasi sempre quando lo faccio non mi sbaglio.
Andiamo ora. Se no la mamma mi sta addosso e mi dice di sbrigarmi.
Ma certo che mi sbrigo. Lasciatemi essere bambina. Lasciatemi diventare grande un po' alla volta. Lasciatemi giocare. E quando mi va lasciatemi stare da sola che mi piace tanto!
Prendo la borsa del pane e metto i soldi nella tasca della gonnella.
E vado.
Mentre esco di casa mi guardo nello specchio alto e lungo che c'è nel soggiorno.
E trovo che con i sogni e i racconti che mi sono fatta prima, mi vedo molto più carina e bella. Prima o poi qualcuno se ne accorgerà. Tanto per cominciare me ne sono accorta io

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