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sabato 23 giugno 2018

LA MINESTRA PER LE BAMBOLE (favola)





LA MINESTRA PER LE BAMBOLE (favola)
C'era una volta una bambina. In un certo posto della terra e del mondo. E quella bambina era tutte le bambine del mondo. E quel posto era tutti i posti del mondo dove giocano le bambine.
A volte le piaceva starsene da sola. Altre volte con le amiche e gli amici giocava a campanone, a saltarello, nascondino e tanti altri giochi.
E quando voleva starsene da sola si inventava lei il suo mondo. Aveva una bambola di pezza che adorava. Era la sua amica del cuore, la sua sorellina e la sua bambina.
E la bambina a volte aveva fame. E allora toccava farle da mangiare qualcosa.
C'erano sempre ciuffi d'erba e terra molto adatti per fare delle minestre alle bambole bambine di pezza.
E dentro di sé, mentre preparava gli ingredienti, a volte parlando a mezza voce, la bambina mamma raccontava quel che faceva.
" Non piangere. Lo so che hai fame. Lo vedi che ti sto facendo una pappa buona?"
Con le piccole mani sminuzzava l'erba. Raccoglieva con il cucchiaino di latta un po' di terra. E naturalmente ci aggiungeva dell'acqua.
"Adesso, vedi, metto tutto qui dentro nel pentolino… E poi lo mettiamo sul fuoco e aspettiamo che la minestra si cuocia bene. Devi aspettare un pochino… Abbi pazienza ancora un po'…"
E faceva delle carezze tenere sulle guance di panno rosa della bambola. E la vedeva anche sorridere.
Poi col cucchiaino raccoglieva la minestra, se la portava alle labbra soffiando un po' che non fosse troppo calda, e l'avvicinava al volto sorridente nel panno.
"Ecco, mangia, la minestra buona che ti ha fatto la mamma…"
Le case, il cortile, il marciapiede, il parcheggio delle auto scomparivano nella nebbia. E restava soltanto la bambina mamma e la bambola bambina.
Un giorno, che c'era nell'aria un vento di magia profumato di fiori e di verde appena tagliato, certo sarebbe passato di lì il principe. Un vero principe. Un figlio di re. Un principe bambino che guardava con gli occhi dolci la bambina principessa che dava la minestra di ciuffi d'erba alla sua bambola.
"Che buon profumo di minestra. L'ho sentito nell'aria e per questo sono venuto fin qui. Me la fai assaggiare?"
E si accucciò seduto sui talloni, poggiando le braccia sulle ginocchia. Mentre guardava la bambina principessa.
Lei sapeva che lui era il principe di Norvegia e anche di Svezia. E gli fece assaggiare il cibo prelibato che aveva preparato.
E mentre lui gradiva e gustava quel pasto fantastico, le raccontò una storia.
Che c'era una volta una bambina dagli occhi azzurri di cielo. Che a volte preparava la minestra per la sua bambola di panno lence. E la bambola sorrideva e le venivano le gote ancora più rosa. E che di lì passava un principe. E questo principe prendeva la mano che gli porgeva cucchiaino di minestra di erba, e le baciava le dita piano piano. Poi, le diceva che voleva sposarla.
La bambina sorrideva e il suo sguardo azzurro come il cielo regalò magia a quell'angolo del cortile. E allora mise a dormire la bambina sul marciapiede. Con un fazzoletto per coperta.
E si mise a raccontare anche lei una storia.
Che c'era una volta una bambina che faceva le minestre di erba per la sua bambola. E che di lì passava un principe e che lei l'avrebbe sposato.
I ronzii degli scooter sulla strada vibravano di un rumore smorzato. Poche auto borbottavano ogni tanto.
Il principe di Norvegia di Svezia, sfiorò con le dita le labbra di lei. La baciò sulle guance. Poi la cinse con un braccio alla vita. La fece montare sul suo cavallo alato. E insieme volarono via verso i monti della luna.
La bambina sapeva già che stava vivendo un sogno. E non era già più bambina. Il principe era diventato re. E l'avrebbe incontrato sempre. E lui le avrebbe baciato la bocca come fanno i grandi. E lei avrebbe spalancato le sue labbra e la sua anima regalandoglisi tutta.
E mentre la bambola di pezza dormiva sotto la sua coltre di fazzoletto, lei vedeva molto chiaro il cinema in cui lui sarebbe venuto per portarla all'isola in mezzo al lago. Parlando e raccontandole tutto. E lei avrebbe riso, e poi iso e riso e riso ancora.
E forse certo avrebbero fatto le cose che fanno i grandi dopo che si sono baciati e che hanno riso per bene.
"… Ma sei ancora giù in cortile? Guarda che fra un po' è pronta la cena. E noi ci mettiamo a tavola. Vieni su che ti lavi le mani e mi dai una mano a preparare.…"
Prese la bambola per un braccio, se la mise sotto l'ascella; raccolse i pentolini. E mentre saliva le scale gustava quel sogno e continuava a baciare il suo principe… E intanto rideva, rideva, rideva contenta…

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