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lunedì 11 maggio 2020

«FACCIAMO FINTA CHE TUTTO VA BEN TUTTO VA BEN…»

«FACCIAMO FINTA CHE TUTTO VA BEN TUTTO VA BEN…»

Tutti conducevamo una vita così così. Probabilmente a ciascuno dei tutti che siamo noi la cosa poteva anche andare. Ci eravamo abituati e la sopportavamo. Non era né la migliore né la peggiore, semplicemente era l'unica esistente. Qualcuno aveva ipotizzato fantasticato soluzioni diverse… Fughe… Qualcuno l'aveva fatto. Qualcun altro ci aveva rinunciato.
Nel trantran quotidiano? Ma sì… Tapparci il naso, adattarsi. Più o meno borbottando.
I malanni. Le cure a cui sottoporci. Gli aspetti economici. I sentimenti e le relazioni.
Vicissitudini emozionali e relazionali: dopo delusioni, amarezze e smacchi, quella nuova che era sorta poteva anche andar bene. Anzi, confrontandola con le precedenti era addirittura eccezionale. Straordinaria. E assomigliava sempre di più alle nostre speranze, aspettative, sogni…
Poi era capitato qualcosa di nuovo.
Prima in sordina; commentata come un episodio temporaneo che veniva esagerato… Niente più che un'influenza dicevano voci qua e là, distratte, di chi guardava le cose con le fette di salame sugli occhi.
Da alcuni mesi i bollettini quotidiani, pur subissandoci eccessivamente di dati, mostravano che eravamo di fronte a un fenomeno terribile. Peggiore di tutti gli altri già avvenuti nel globo.
Gli stranieri barbari avevano sfondato i confini dell'impero romano… Mal difesi da milizie arruolate e esse pure tra le popolazioni barbare… Invasioni. Devastazioni. Nuovi regni, nuove culture e civiltà, con i resti dei marmi dello strapotere della civiltà romana erano state costruite nuove architetture. Il diritto romano soppiantato e infiltrato con l'editto di Rotari…
E facendo un salto più lungo: l'affondamento del Titanic… Le missioni al Polo Nord con gli aerostati e i sopravvissuti.
La grande guerra… 600.000 morti… Il contagio e l'acculturazione tra i linguaggi delle culture dell'Italia. Nel fango delle trincee. Le decimazioni da una parte e dall'altra con l'accusa di solidarizzare con l'avversario nei natali…
La prima rivoluzione comunista nella Russia zarista. I ianchi e i rossi. Le epurazioni. I Gulag e le decimazioni. Il fallimento sostanziale del sogno umanitario del socialismo.
Le polizie segrete terribili, e "le voci degli altri"…
Fascismi e nazismi. I lager. Le foibe. Il vento liberatorio di "bella ciao".
E contestualmente a questo cammino: le varie pestilenze; i monatti; gli untori; i medici con la maschera e il becco per filtrare il morbo sconosciuto.
La polio, la TBC, l'asiatica, l'Hiv…
Cerco di accorciare il più possibile l'elenco delle sciagure devastanti.
In tempo di covid 19, il presente non va commentato essendo molto evidente agli occhi di tutti. Regole più o meno ferree qua e là. Intransigenza necessaria e le trasgressioni. Lo scenario imprevedibile per un fantomatico "dopo"…
Relazioni amicali, sentimentali e amorose frustrate per l'obbligo evidente di starsene rintanati ciascuno nella propria casa. A borbottare o a scannarsi nella famiglia. Luogo di contagio, nonché luogo privilegiato di violenza psichica e fisica, e dei femminicidi.
E anche pure in parallelo le imprese di chi partiva per portare aiuto speranza dove non ce n'era. Le navi delle ONG che recuperavano in mare migranti disperati dai gommoni sgonfiati, portandoli alle nostre spiagge. La gente generosa che dava accoglienza. Lo sceriffo bestia e i suoi giannizzeri che lo definivano un "fenomeno epocale"; proprio quando rispetto al resto d'Europa e del mondo il nostro paese ne riceveva pochissimi.
I disperati sopravvissuti a raccogliere pomodori a tre euro all'ora, per 12 ore al giorno, crepandoci qualche volta… I caporali mafiosi…
E alcune azioni coraggiose, disperate, ma quanto mai rischiose pericolose: qualcuno e qualcuna partivano per portare sostegno, conforto, aiuto nei paesi più disperati.
L'integralismo islamico, finanziato ed equipaggiato da improvvidi paesi occidentali, dopo avere polverizzato le torri gemelle, decapitati pubblicamente indossando abiti giallo arancio improbabili spie occidentali o nemici in loco, allungava l'occhio.
Qualche bel sequestro di persona ovviamente con riscatto da esigere, avrebbe sollevato le sorti alterne della loro assurda guerra santa.
I nostri sguardi, impauriti dalla pestilenza virale, guardavano l'immagine dell'ultima sequestrata. Il suo volto sorridente in mezzo a bambini africani pure sorridenti.
E ora il ritorno. Islamizzata. E lei afferma senza costrizioni o maltrattamenti. Con l'abito verde dell'Islam. Dopo un anno e mezzo di detenzione, a suo dire abbastanza garbata e umana, il suo sguardo si è smorzato. Il suo sorriso. Questa è un'altra persona.
Verrà sottoposta alla quarantena per motivi igienici.
Nei canali di informazione e comunicazione ancora per un po' di giorni vedremo la sua palandrana verdolina, sentiremo racconti se ne vorrà fare, poi il nuovo evento tornerà nell'ombra. Sindrome di Stoccolma?
È possibile, abituale e ricorrente che recluso e suoi carcerieri solidarizzino? Parrebbe di sì. Una Isis dal volto umano? Ingolosita dal premio cospicuo del riscatto economico?
Non so…
Io sono stato recluso in un istituto per orfani per ben 11 anni nella mia infanzia e adolescenza. Non ho mai scoperto affetto, simpatia, umanità nei brutali pseudo carcerieri assistenti. Solo, a distanza di lunghi anni e di molto tempo, sono riuscito ad elaborare il rancore, l'odio e il disprezzo che nutrivo per l'istituzione e per le persone che la gestivano. Mai riuscirò a dire che in fin dei conti erano esseri umani anche loro…!
Al massimo, ma senza alcun perdono o tolleranza da parte mia, uno sguardo distaccato e al massimo pietoso all'indietro…!
Intanto, i bollettini del covid 19 come su un tableau della borsa o di un aeroporto o stazione, continuano a lanciare messaggi d'allarme. Le fasi 2 che mostrano recrudescenze. Nella Cina e anche nel nostro paese.
Le relazioni umane rimangono a distanza. Si usano le teleconferenze. La scuola improvvisa strumentazioni e metodologie che le erano sconosciute. Qualche paese in giro dice che riaprirà le aule. Bottegai e ristoratori mordono il freno: non si contentano delle vendite con asporto. Vogliono contributi economici da parte dello Stato. Magari quello stesso stato al quale hanno negato di versare le tasse dovute. Lamentano perdite infinite volte superiori al ricavato denunciato nella dichiarazione dei redditi.
Relazioni affettive a distanza, quelle non ufficiali, vacillano inesorabilmente. E si finirà per perdersi di vista.
Giovanni Testori: "tutto ritorna nelle case e il fango sale…"
L’etere delle comunicazioni on-line viene occupato sempre di più dalle teleconferenze, dalle lezioni a distanza, le video chiamate si rarefanno.
Ciascuno dei sequestrati in casa recupera il fascino delle proprie possibili sindromi di Stoccolma.
Conformismo di maniera? Rassegnazione? Ritorno alle routine abituali della minestra riscaldata? Qualcosa del genere.
Il Web domina sovrano. Intriso di bufale. Di reciproci sguardi curiosi di controllo? A farsi il pelo e trovarsi le pulci reciprocamente. Giocando anche sui refusi delle parole scritte distrattamente.
Indossando le mascherine chirurgiche o quelle altre più costose, molte persone non si accorgono di aver ripreso a indossare la propria maschera quotidiana di quello che erano un tempo.
Rinunciando a speranze, sogni, fantasie inebrianti, ma molto faticose, troppo faticose da portare avanti fino in fondo…!
Maschere sovrapposte. Quella della propria performance di prima del risveglio… E quell'altra chirurgica…
"Così è se vi pare".
E ripetendo quella strofa degli anni 60 di Dario Fo a canzonissima: «FACCIAMO FINTA CHE TUTTO VA BEN TUTTO VA BEN…»

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