scegli argomenti:

giovedì 14 maggio 2020

FLUSSI DI COSCIENZA

FLUSSI DI COSCIENZA
a spasso tra la realtà, le immagini, i ricordi, i sogni… Sullo sfondo del covid 19

La voce fuori campo della giornalista continuava la dolorosa rassegna…
Il nome gli era sfuggito. Poco importa…
Fra qualche anno (gli era sfuggito tra quanti) si tratterà di smaltire 440.000 (o milioni? Ma stava preparando l'acqua per il caffè…) di rifiuti derivati dalle mascherine e i guanti usa e getta. Già ora 8 milioni di tonnellate stavano preparandosi a diventare microparticelle di plastica per invadere i fondali marini. Mangeremo le orate e i totani composti di microplastiche… Decenni or sono ci eravamo abituati all'acqua finita nelle falde acquifere dalle piogge contaminate dai tetti di eternit…
C'era la sanatoria sui migranti. Parte di quelli che per anni erano stati gli schiavi del caporalato e degli agrari nelle campagne soprattutto del sud. Andavano aggiunti collaboratori domestici e le badanti…
Criticabilissimi ma indispensabili provvedimenti d'urgenza. Di un governo di risulta. Sorto come un fungo casualmente non tossico, in occasione dello tsunami pandemico.
Affievolitisi gli ultimi sciagurati assalti delle iene sulla disgraziata cooperante.
Eh già… Era tornata viva… Mutata e convertitasi all'Islam…
Gli sciacalli avrebbero volentieri coperto la bara del tricolore.
E invece…
La gallina fascista nostalgica, e i suoi corifei nei giornalumi a lei fedeli, starnazzavano in coro.

Dalla cucchiaia colma di polvere di caffè nero scendeva la schiuma brunita e calda nella tazzina con il miele. Caffè prodotto e raccolto da altri schiavi. In America Latina o in Africa…

Disattivò l'emittente radiofonica.
Dal computer, collegato alle casse sonore aggiuntive, riprese la lettura da Rai tre radio, "AD ALTA VOCE". Una delle puntate recenti dal testo che lui aveva gustato diversi decenni prima. Stanislaw Lem, «SOLARIS». (Солярис?, traslitterato: Soljaris)
Collegava la narrazione alle immagini della versione doppiata in italiano, di Andrej Tarcowsky.
Con il suo fascino esotico. Delle campagne di una Russia ancora sovietica. E dei ricordi dolorosi dello psicologo Kris Kelvin …
Sulla stazione orbitante intorno al mostruoso pianeta vivente.
Al suo mare pensante.
Ai suoi due soli, quello azzurro e quello rosso.
E i visitatori che a lui e agli altri scienziati apparivano continuamente.
Prodotto mentale reincarnato dalla mente malefica di quell'oceano.
A Kelvin appare al risveglio l'immagine identica, che risultava viva, della moglie Hari.
Suicidatasi anni prima con una iniezione letale, perché il marito le aveva annunciato in un diiverbio che voleva abbandonarla.
L'oceano pensante carpisce durante la notte e il sonno dai ricordi degli umani immagini accumulate.
Pare voglia ricostruire e reinventare una fantomatica specie umanoide.
Tutti gli "ospiti/visitatori" si comportano come esseri umani. Ma non hanno assolutamente ricordi e neppure hanno coscienza di se stessi. Sono creature partorite dall'oceano Solaris per vendicarsi dei bombardamenti nucleari subiti dagli umani.
E dell'attuale tentativo, che certo non gli sfugge leggendo nelle loro menti, di impiegare un annichilatore ai neutrini, per dominarlo e ridurlo all'impotenza.

Il tentativo di allontanare la reincarnazione della donna che pure aveva amato, e che forse ama ancora ora nel proprio ricordo vivente... questo suo doloroso ricordo/ospite, lo psicologo arriva addirittura a convincerla della situazione...
Mentre la voce radiofonica continuava la narrazione, nella moviola mentale, Tarcowsky continuava la propria versione.
Agli altri allucinati umani della stazione spaziale, pervengono le reincarnazioni dei loro mostri mentali. Gnomi deformi. Altre figure raccontate di sfuggita.

Il caffè tiepido denso e spumoso, dolce del prodotto degli alveari residui, gli pervadeva la bocca e le papille gustative.

Il racconto viaggiava parallelo.
Gli tornava alla mente, come spesso nei suoi amori mentali, la narrazione divertita della fiaba di Brancaleone da Norcia.
Di quando, dopo essere fuggito spaventato dalla città invasa dalla peste, dove una donna leggiadra e seducente lo aveva invitato "dàmmiti… prendimi… cuccurucù… cuccurucù", si era recato con la sua smandrappata e male armata "schiera" a cercare di ottenere un riscatto, al monarca bizantino, per uno dei membri della schiera: Teofilatto…
Con la sua parlata in erre moscia adottata qui dallo stupendo Gian Maria Volonté.
La zia di Teofilatto e amante del nano e deforme Cippa, seduce Brancaleone che subisce le passioni violente della sadomasochista affascinante zia.
Con la sua erre moscia sarà proprio l'erede bizantino ramingo, a diffidare l'ingenuo e sprovveduto duce dell'armata. Che stia attento: Cippa è molto geloso… Pare che per quanto deforme sia un "amatore" molto dotato ed efficiente…
Il nano deforme Cippa, viene mescolato e fuso con l'immagine dello gnomo della stazione orbitante spaziale.
E anche Cippa indossa anche gli abiti e il ruolo nell'oggi quotidiano.
È uno dei mostriciattoli fascioleghisti, incolto, becero, ma oltremodo tossico nei tam-tam del Web odierno.
Affascina oltre che la propria legittima consorte, anche la di lei amica del cuore. Che abituata a bere golosamente di tutto, specie se da esseri immondi, tradisce se stessa, il coniuge nonché l'amante…
Una metafora continua.

Kelvin rivisita il proprio passato. La dacia nella campagna gelata di una Russia mentale del passato. Il vecchio padre che non rivedrà più dopo ritorno dal viaggio spaziale. E un altro sopravvissuto delle prime spedizioni su Solaris.
E viene a sua volta rivisitato dal proprio ricordo.
Quello della moglie defunta.
Senza memoria ora nella reincarnazione solariana. Ma che reca ancora sul braccio il segno dell'iniezione letale.

Aveva già riacceso varie volte la propria pipa, ricaricandola a più riprese.
E stava seduto nella abituale poltrona di pelle rossa.
Dove la sera precedente aveva partecipato alla videoconferenza in skype.
Con nuove conoscenze arricchenti e e molto interessanti.
Dove, anche, giorni prima aveva dettato al suo software di riconoscimento vocale, il messaggio verbale alla sua nuova bellissima giovane amica/conoscente.
Nella piattaforma autostradale di FB.
Non aveva curato il testo scritto finale…
Procurando a se stesso e alla destinataria un equivoco fastidioso.
Intendeva elogiare lo sguardo dell'immagine fotografica che la nuova amica gli aveva regalato e offerto chiedendogli amicizia, ma la parola "vedere" era stata indebitamente trasformata nel francese "voier". E aveva rimediato in modo pernicioso la inintelligente appendice informatica, peggiorando ulteriormente la situazione… e successivamente trasformando "voier" in "voyeur"…
Per fortuna che l'amica virtuale aveva raccolto il suggerimento di conoscenti comuni sue su di lui informatico dilettante pasticcione…
Ottenuto il suo contatto mail e telefonico, l'aveva garbatamente rimbrottato.
Naturalmente risentita.
Ma disponibilissima a rendersi conto dell'equivoco.
La nuova amicizia si era rinsaldata e rinvigorita.

Prima di passare all'ascolto della successiva puntata in streaming della narrazione dtupenda e sconvolgente di Stanisław Lem, ripensò alle analogie diffuse e notevoli tra la propria situazione reale, quella narrativa e quella filmica.
Le rivisitazioni che dalla narrazione visiva, romanzesca e filmica erano metafora attiva e vitale del suo presente.
La "pestilenza" incontrata dal cavaliere errante, buffo e ingenuo.
E sostanzialmente sprovveduto e sfortunato. Che gli somigliava un po’….
I suoi approcci amorosi vanificati nella città certamente umbra arroccata sul cocuzzolo di una collina.
L‘amante "deforme Cippa" molto apprezzato nonostante il proprio aspetto.
E la lingua reinventata…
Tutto nl racconto costruito dal meraviglioso Mario Monicelli…

I ricordi nostalgici e anche dolorosi dello psicologo Kelvin. Le sue reincarnazioni mentali.

Decise a quel punto di passare all'ascolto della sua emittente prediletta, Rai tre radio, gli stava regalando. Con il repertorio musicale. Che alternava brani di jazz, sequenze di melodrammi lirici, sinfonie… Musica popolare…
Proprio in quel momento, stavano nuovamente trasmettendo: "Banco del Mutuo Soccorso - 750,000 Anni Fa L'amore…" La struggente e appassionata esecuzione di Francesco di Giacomo… Che gli dava sempre emozioni stupende.
Riuscì anche in quel momento ad allontanare una "visita/ospite" mentale che più che nostalgia gli procurava fastidio.
Indifferenza.
Profonda delusione…
Perciò provvide a caricare di nuovo la propria pipa di tabacco profumato misto al latakìa.
Aveva ancora scorte sufficienti di mistura e di fiammiferi svedesi.
In attesa che gli effetti più devastanti e radicalmente sconvolgenti del coronavirus si attenuassero almeno un po'.
Lasciò le reincarnazioni mentali a Kelvin.
Come sempre faceva carezzò nuovamente recenti ricordi gradevolissimi.
Mescolando e facendo incontrare tra loro immagini reali, visioni recenti molto gradite.
In particolare il sorriso che proprio il giorno prima gli era stato regalato…
Accompagnato dalle parole: "… Ma certo che mi ricordo di lei… L'ho subito vista e riconosciuta quando è entrato dalla porta a vetri… Spero che presto con mascherina o senza posso accettare l'invito a bere un caffè… Gliel'avevo promesso, no?… Ma certo… Sono sempre la stessa… E lei mi ha riconosciuto nonostante la mascherina… Ce lo siamo reciprocamente letto negli occhi… A presto allora…"
Sorrise compiaciuto e sornione.
La narrazione presto avrebbe fatto incontrare e diffondere insieme di elementi mentali, mnestici, fantasie, realtà…
Da tempo si era abituato a strappare le erbacce dal suo giardino terrazzino pensile.
Come ad allontanare il sapore sgradevole della delusione.
L'aveva detto di recente. "Nel mio carnet mentale sono presenti immagini, voci, gesti, sguardi innumerevoli che ho incontrato. Gustato. E poi messo da parte…"
Perciò riaccese nuovamente la pipa.

L'immagine può contenere: una o più persone e persone sedute
L'immagine può contenere: 1 persona, selfie e primo piano
L'immagine può contenere: 1 persona, persona seduta e cappello
L'immagine può contenere: una o più persone e persone in piedi

Nessun commento: