LA MUSICA DELLE PAROLE
Capita , a volte, di provare un gusto nuovo. Dopo aver provato come fanno tanti, l'autocompiacimento dell'orgasmo di parlarsi addosso, di compiacersi blaterando o parlando di qua e di là, è bello scoprire la melodia insita nelle parole altrui.
Che poi parlare, non significa neanche soltanto usare le corde vocali, le tonalità sonore, i blablabla che qualcuno dice da solo a se stesso sperando di essere ascoltato.
Parlare è anche scrivere. Una volta, u tempo, nelle lettere. Poi nei messaggi telegrafici accorciando il tagliando con abbreviazioni degli SMS. E infine ora, nel dilagare diffuso della messaggistica on-line.
Twitter.
Facebook.
Whatsapp…
E quant'altro…
In molti si improvvisano conferenzieri.
Saggisti.
Maestri di parola e di senno.
Però, è molto bello, sano, nutriente e gustoso, imparare pochino il silenzio.
Imparare ad ascoltare.
Imparare a mettersi dentro empaticamente ai discorsi verbali ho scritti di chi amiamo e apprezziamo.
E allora sentì venir fuori storie che non avevi concepito o inventato tu. Storie che esistono di vita propria. E la voce che racconta, che ti regala, che prende il suo ruolo di protagonista, si mette a navigare spedita.
Sicura.
Ed è un regalo per l'anima.
Molto meglio che parlarsi addosso…
A me capita, quando di proposito, o per caso, mi metto a seguire l'onda della tua voce.
E allora si scatena un concerto, garbato, gentile, ricco e pieno di umanità.
Solo ogni tanto, intervengo per chiedere, per capire meglio, per afferrare tutto che vedere con occhi più lucidi.
Ed allora davvero, credimi, una musica di parole.
E rimango sospeso, silenzioso, curioso e assorto, stupefatto di aver sciupato del tempo a parlare a mia volta tanto.
Troppo.
Seguo le onde e il fluttuare del tuo eloquio.
E ti guardo le labbra.
E sento pervadermi il delizioso tremore della vibrazione acustica, ma profondamente emotiva, ma assolutamente autentica del tuo parlare.
Mi racconti storie umane.
Pezzetti del tuo passato.
Frammenti di altre vicende personali.
Colorite di notazioni.
Del tuo sentire.
E ti vedo davvero in quei momenti.
Dentro quella storia che racconti.
Ti vedo come persona.
Non solo come presenza fisica e sonora.
Cammino insieme a te nei tuoi pensieri vocali.
Ed escono quadri, acquerelli, episodi, frammenti di vita che non conoscevo.
Arricchiti peraltro dall'essere dipinti e guardarti attraverso i tuoi occhi.
A volte ci si dice, usando espressioni ricorrenti che spesso si svuotano di significati reali :
«io ti amo… Ti voglio bene sai… Tu sei quella che voglio che ti ho sempre voluto così…»
Ma queste affermazioni, prendono consistenza reale e concretezza, mentre ti ascolto.
Mentre sto reverente, silenzioso, a gustare con anima devota e assorta, il concerto di legni e flauti, come quando riusciamo ad ascoltare davvero muti con l'anima tremante, la voce del vento o quella del fluire delle acque dei torrenti; o delle onde del mare. Quando ascolto, compiaciuto e ammirato la musica delle parole. Delle tue parole del tuo sentire.
E non è un complimento, dolcezza mia… allora davvero ti vedo, ti conosco, mentre ascolto LA MUSICA DELLE TUE PAROLE…
E senza applausi, ti regalo il mio guardare tacito, il mio ascoltarti…
E ti sono grato di esserci.
E di essersi così come sei.
E di parlarmi.
Di parlare a me…
Che poi parlare, non significa neanche soltanto usare le corde vocali, le tonalità sonore, i blablabla che qualcuno dice da solo a se stesso sperando di essere ascoltato.
Parlare è anche scrivere. Una volta, u tempo, nelle lettere. Poi nei messaggi telegrafici accorciando il tagliando con abbreviazioni degli SMS. E infine ora, nel dilagare diffuso della messaggistica on-line.
Twitter.
Facebook.
Whatsapp…
E quant'altro…
In molti si improvvisano conferenzieri.
Saggisti.
Maestri di parola e di senno.
Però, è molto bello, sano, nutriente e gustoso, imparare pochino il silenzio.
Imparare ad ascoltare.
Imparare a mettersi dentro empaticamente ai discorsi verbali ho scritti di chi amiamo e apprezziamo.
E allora sentì venir fuori storie che non avevi concepito o inventato tu. Storie che esistono di vita propria. E la voce che racconta, che ti regala, che prende il suo ruolo di protagonista, si mette a navigare spedita.
Sicura.
Ed è un regalo per l'anima.
Molto meglio che parlarsi addosso…
A me capita, quando di proposito, o per caso, mi metto a seguire l'onda della tua voce.
E allora si scatena un concerto, garbato, gentile, ricco e pieno di umanità.
Solo ogni tanto, intervengo per chiedere, per capire meglio, per afferrare tutto che vedere con occhi più lucidi.
Ed allora davvero, credimi, una musica di parole.
E rimango sospeso, silenzioso, curioso e assorto, stupefatto di aver sciupato del tempo a parlare a mia volta tanto.
Troppo.
Seguo le onde e il fluttuare del tuo eloquio.
E ti guardo le labbra.
E sento pervadermi il delizioso tremore della vibrazione acustica, ma profondamente emotiva, ma assolutamente autentica del tuo parlare.
Mi racconti storie umane.
Pezzetti del tuo passato.
Frammenti di altre vicende personali.
Colorite di notazioni.
Del tuo sentire.
E ti vedo davvero in quei momenti.
Dentro quella storia che racconti.
Ti vedo come persona.
Non solo come presenza fisica e sonora.
Cammino insieme a te nei tuoi pensieri vocali.
Ed escono quadri, acquerelli, episodi, frammenti di vita che non conoscevo.
Arricchiti peraltro dall'essere dipinti e guardarti attraverso i tuoi occhi.
A volte ci si dice, usando espressioni ricorrenti che spesso si svuotano di significati reali :
«io ti amo… Ti voglio bene sai… Tu sei quella che voglio che ti ho sempre voluto così…»
Ma queste affermazioni, prendono consistenza reale e concretezza, mentre ti ascolto.
Mentre sto reverente, silenzioso, a gustare con anima devota e assorta, il concerto di legni e flauti, come quando riusciamo ad ascoltare davvero muti con l'anima tremante, la voce del vento o quella del fluire delle acque dei torrenti; o delle onde del mare. Quando ascolto, compiaciuto e ammirato la musica delle parole. Delle tue parole del tuo sentire.
E non è un complimento, dolcezza mia… allora davvero ti vedo, ti conosco, mentre ascolto LA MUSICA DELLE TUE PAROLE…
E senza applausi, ti regalo il mio guardare tacito, il mio ascoltarti…
E ti sono grato di esserci.
E di essersi così come sei.
E di parlarmi.
Di parlare a me…
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