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domenica 28 luglio 2019

SOLILOQUIO

SOLILOQUIO
Sì, era ora che mi decidessi! Questo terrazzo più che un giardinetto pensile sta diventando proprio un troiaio… Il salice si è ripreso. Da quando il sistema di irrigazione diffuso aveva avuto problemi, era tutto ingiallito. L'ho potato. Ha ripreso a buttare rami. Da quando lo annaffio con la canna, sia lui che le roselline hanno ripreso a vivere. Ora ne fotografo qualcuna di quelle stupende roselline bianche. Poi so già a chi mandarle… Siamo solo a metà mattina, ma già il sole picchia di brutto. Qualche anno fa ci venivo prendere il sole sulla sdraio di bambù. Oppure sull'amaca. Quest'anno è assolutamente impossibile. Si resiste quasi solo in casa con il condizionatore ammanetta. Parigi ha superato già il 40°. Al mattino il termometro della temperatura esterna all'alloggio segna già 28. Al mattino alle cinque! «Tutte palle… Queste cazzate del riscaldamento globale. E sempre stato così da quando mondo è mondo…» Lo dicevano alcuni decenni fa. Da un po' di tempo arrivano tornado anche in Europa e in Italia. Non piove per secoli e poi di colpo metri cubi d'acqua. I sistemi fognari saltano. Allagamenti. Emergenze nazionali. Arrivano i pompieri. Protezione civile. Nessuno si ricorda niente di simile. Ma tutti si dimenticano esperienze simili. Come i terremoti. La gente rimane sfollata nelle poche casine prefabbricate messe lì a scopo politico pubblicitario. Città storiche rimangono probabilmente per sempre ruderi transennati. Certo che una bella pioggia qui ora andrebbe proprio bene. Ieri annunciavano in tutto il Nord Italia temporali e piogge straordinarie. Probabili grandinate. A chicchi grossi come palle da biliardo. La ragazza asperger col suo zainetto predica ai quattro venti. Gli idioti direttori di testate giornalistiche lette solo da loro simili, le fanno il verso. ""Vieni avanti,Gretina…"" Si chiama Greta. Da giovane ricordo che nei gruppi di conoscenti e amici, se ti capitava una volta di aver fatto una bella battuta umoristica, tutte le volte successive si rivolgevano a te sghignazzando. Chiedendoti di spararne un'altra delle tue. E non era raro che quando parlavi seriamente, per superficialità qualche stupidotto la prendesse per una battuta da ridere. E giù risate! Forse anche oggi succede così. Se qualcuno ha assunto un ruolo di clown, di castigamatti, di sceriffo bestia, la gente ci si diverte. Lo acclama. Lo venera. E gli chiede il bis… Anche un vecchio trombone che si autodefinisce elefantino, che da giovane è stato comunista, suggerisce ora di non infierire sulle poche decine di migranti clandestini sui barconi. Peccato che prevalgano i corifei dell'odio. E non vengano ascoltati anche, almeno qualche volta, i reazionari incalliti quando hanno qualche raptus di buon senso! Per adesso mi limito ad annaffiare con la canna. Nei giorni scorsi sono riuscito a sfollare le vespe che avevano fatto un nido nel mobiletto sgangherato da giardino. Dovrò risolvere la cosa. Riparandolo. Oppure vuotandolo, con prudenza per evitare altre vespe e residue, smontandolo e smantellandolo. Un po' mogio e mesto il colore degli ombrelloni con cui riparo la porta a vetri d'ingresso. Grigio. Doveva essere per forza come le tende concordate col condominio. Qualche falco appollaiato mi aveva fatto mandare una raccomandata. Non andavano bene gli ombrelloni perché erano consentite solo le tende di quel tipo. Di quella marca. Probabilmente anche di quel fornitore. Tutte palle! Non c'era nessuna delibera. Erano solo boutades e bluff. Dispettucci. Quelli che si fanno nei condomini. Crogiuolo di conflittualità e di piccole beghe che spesso si risolvono in tribunale. I miei due ombrelloni riapro e li chiudo all'occorrenza. Anche se non sono tende della marca tal dei tali proposta dall'amministratore… Ahahahah. Come picchia questo sole! Non so quanto riuscirò a resistere! Un sole così me lo ricordo intorno agli anni 70. All'Isola del Giglio. Lasciate le tende ad arroventarsi da sole nell'uliveto abbandonato, si passava tutta la giornata in spiaggia. Bello ma anche terribile. A cercare rifugio ogni tanto al bar ristorante del Giovanni. Alla baia del Campese. O sotto qualche raro pergolato vicino. O, a riuscirci, e finché l'ombra era ampia nelle prime ore del mattino, accostati appiccicati quasi ai barconi rovesciati. E poi, sul gommone di Mauro. O sul catamarano di Alberto. La velocità del gommone ti faceva venire un po' d'ariettina fresca addosso. Un po' meno sul catamarano. Però li almeno la randa, la bomba, il fiocco o il controfiocco davano delle piccole carezze d'ombra. Bastava restare fermi un pochino, quando Mauro voleva fumarsi una gauloise, e sentivi bruciare la pelle. Poi però ci si infilava le pinne lunghe da fondo. Il cinturone coi piombi. La maschera col boccaglio. E ci si infilava sotto nel blu diffuso. Che addirittura, dopo un po', col suo refrigerio, abbassava la temperatura corporea. E veniva voglia di tornare su, un po' tremante, con le labbra viola dal freddo, a farsi scottare di nuovo. Roba da niente le successive ripetute ricorrenti scottature. Non finivi di cambiare la pelle per quella precedente e già ne avevi una nuova. In quel caso usavamo il fargan. Ma eravamo in vacanza! L'anno scorso ho dovuto estirpare i due ciliegi. Il ferrovia, e il Vignola. Non avevano retto. Malattie? Arsura? Un lavoro molto faticoso e complicato. Alla fine il cespo vasto delle loro radici si mostrava impudico pieno di terriccio. Avevo fatto una piccola catasta di legna. Pensando al camino. Pensavo a quello che avevo una volta nella casa avita del tardo settecento. Di marmo rosa. Tardo barocco. Oppure a quell'altro nella casa del lago. Che ora non frequento più. O magari anche a quell'altro camino moderno, col vetro scorrevole davanti, in quell'altra casa non mia. Ma troppo scomodo sarebbe stato far arrivare quel legname per quel fuoco che ormai non avrei mai più rivisto. Ripiegare sulla discarica. Finché usavo l'irrigazione coi tubicini neri, i miei cassonetti capienti si inzuppavano bene d'acqua. Poi avevo smesso di usare il timer. E infine i tubicini si erano intasati… Magari un giorno di questi ripristina il sistema. Accidenti, però, come picchia questo sole… Eh già, non solo per il cambiamento climatico. Un caldo bestia! Ai piani sotto qualcuno sta sbattendo dei tappeti. Per fortuna che ora non lo fanno più dall'alto sopra i miei finestroni velux. I comportamenti si sono abbastanza normalizzati direi. Le tende ombrelloni, il pannello di plexiglas per chiudere al freddo la nicchia incassata di un balcone (avevo verificato che poteva essere notato solo da un punto particolare a distanza di 400 m, vicino alle bancarelle dei fiori del cimitero…!)… Non so quanto riuscirò a resistere ancora sotto questo sole feroce. E mi viene in mente… Ho visto immagini agghiaccianti. Corpi smunti magri ed emaciati. Occhi bianchi spaventati. I temporanei sopravvissuti alle rotte migratorie. Non sopporto non resisto a questo sole per qualche ora. Quei disperati lo fanno per giorni e giorni… Settimane… Senza mangiare niente. Senza acqua. Sul fondo dei gommoni pronti a sgonfiarsi chi riesce sta sdraiato seduto nell'acqua marina infiltratasi. Questo lascerà macchie indelebili su quei corpi scuri. Donne incinte degli stupri subiti nei lager di contenzione libica. Finanziati con fondi europei e anche italiani. Dei governi del cosiddetto centro-sinistra e anche naturalmente di destra… Mentre il sole mi brucia la pelle, ripenso accorato alla propaganda squallida che ci perseguita. Dicono che quello della migrazione è un fenomeno epocale per il nostro paese. Da cinque anni almeno a livello europeo l'Italia è all'ultimo posto. Per quanto le associazioni industriali e commercianti chiedono nuova manodopera, arrivano pochissimi migranti. Soprattutto pochissimi clandestini o irregolari. E quelli che arrivano finiscono supersfruttati a raccogliere per qualche euro al giorno ortaggi al sud. Ma anche al Nord: qualche soldino pulito in busta paga, e il resto in nero. Tanto queste sono neri! Anche i sik del Lazio, con i loro turbanti e le loro lunghe barbe e baffi, hanno il colore nero della pelle. Devo sistemare questo giardinetto pensile sul terrazzo in mansarda, senza beccarmi un'insolazione. Un pensiero tenero veloce, di corsa, affrettato alle delle persone che leggeranno le mie parole. Nessuno di quegli altri se ne accorgerà neppure. Da quando quel brutto ghigno ha scoperto che gli veniva bene far la parte del cattivo, da quella volta che gli avevano rubato il pelouche all'asilo; e allora ha studiato da cattivo… E non ce l'ho con lui. Poveraccio. Ma con tutti quelli che lo seguono senza capir bene dove lui li sta portando. Verso quel baratro di umanità che loro neppure conoscono. Certo, lo rivolgo anche qui un saluto a quelli che mi leggono. Ragazze e donne stupende, uomini giovani e meno giovani. Insomma quelli che hanno ancora un'anima. Infatti, invito a leggermi solo a chi lo sa fare, lo ama fare, l'ha già fatto… Sconsiglio agli idioti (per loro sarebbe troppo facile dire che sono elucubrazioni di un radical chic… Ammesso che sappiano cosa intendono dire con questi termini…) Un mesto pensiero ai brandelli di corpi che le navi di crociera con disgusto incrociano. E a quegli occhi bianchi disperati che rischiano la morte nel mare, cercando di sfuggire alla morte dei loro paesi devastati dai nostri colonialismi, che non hanno nulla da perdere… Se non la vita… 41° a Parigi. La giovane studentessa asperger, continua i suoi scioperi con un discreto seguito. Con controllo di emotività, ed estrema assoluta determinazione… In Alaska giorni fa 30°! I ghiacciai e le masse bianche dei poli, sciogliendosi liberano masse che emettono ulteriore CO2. L'unica speranza che può venire dai giovani. Da quelli che sono giovani dentro oltre che anagraficamente. Che sono giovani davvero. Grazie Greta Thumberg. Ma saremo ancora in tempo? C'è chi in giovane età impara a essere cattivo perché gli han rubato il pelouche. E c'è invece è spaventato per il futuro. Io che sono un po' vecchio ho un po' meno paura. Per me. Ce l'ho per mia figlia e per i nostri figli. Chiedo scusa ora, come faccio sempre alle stupende donne e persone che mi ascoltano e mi leggono. Se sono stato prolisso e le ho annoiate. Non c'è mezzo invece che io debba scusarmi con gli analfabeti che non leggono neppure l'abbecedario!

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