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lunedì 1 luglio 2019

GIOCARE A SCERIFFI
Molti anni fa, ricordo, da bambini si giocava a tanti giochi… Io preferivo dame e cavalieri, perché era un'occasione di conoscenza e di illusione fantasiosa di conquiste femminili… Ma ricordo che molti coetanei preferivano invece: "guardie e ladri". Che a seconda dei casi cambiava denominazione:"sceriffi contro banditi". Si veniva sorteggiati, ad alcuni toccava a fare i gangester; ad altri i tutori dell'ordine sceriffi… Ma era un gioco! Come quando si giocava alla guerra… Perché poi ci si rimescolava tutti insieme, si faceva un altro sorteggio, e cambiavano le parti. Spesso il sorteggio avveniva così: una persona si metteva con gli occhi chiusi e il capo poggiato sul braccio contro la parete. Uno alla volta senza farsi riconoscere e quindi in silenzio, lo si toccava sulla schiena. Lui teneva il conto giusto. E pronunciava con voce stentorea: "bandito", oppure "sceriffo".
Era il caso a decidere. E non era una guerra per davvero. Ma era un gioco da ragazzi. Mica si diceva che la bicicletta del tal dei tali era una bicicletta da guerra… O che il monopattino del tal altro l'aveva investita…
Beata onestà di quel tempo, e dei bambini di quell'epoca.
C'è da augurarsi davvero che tutti i bambini di un tempo siano riusciti a maturare. A diventare davvero adulti. A smetterla di fare i capricci e le bizze. Tra gli adulti certe corbellerie non si dovrebbero più dire. E chi sta intorno e assiste al gioco delle parti, non dovrebbe fare il tifo per gli uni o per gli altri. Se no va a finire che qualcuno poi ci crede davvero di portare una stella di latta sul petto… O a qualcun altro viene assegnato definitivamente il ruolo di mariuolo e di malfattore… Dagli astanti. Dagli osservatori. Senza criterio e senza capo né coda.
EDUCATORI PEDAGOGISTI ASSICURANO CHE CHI AVRÀ GIOCATO DA BAMBINO A FARE LA GUERRA QUANDO SARÀ GRANDE NON CI GIOCHERÀ PIÙgiocare a sceriffi

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