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martedì 21 settembre 2021

ANCHE LA POLTRONA ROSSA È DA CAMBIARE… i numeri magici

 ANCHE LA POLTRONA ROSSA È DA CAMBIARE…

i numeri magici
Da bambino e da ragazzo, all’Istituto, sotto la visiera dovevo sempre guardare per terra. E giocavo allora alla magia di non calpestare le righe del selciato.
Oppure anche, a contare quanti numeri passassero prima che il semaforo diventasse verde …o che capitasse qualcos’altro. Se quando capitava stavo contando mentalmente un numero pari voleva dire che andava male qualcosa.
Nel caso più raro uscisse un numero dispari potevo considerarmi fortunato.
La nuova disponibilità economica, con i soldi restituitimi da quella squallida persona finalmente resi tramite tribunale.
Il mio posto di lavoro abituale. La poltrona comperata ai tempi di quella stessa vicenda di coabitazione con quella, insieme al divano. Mi erano stati spacciati, allora, di essere rivestiti di autentica pelle. Rossa per di più. Di nappa.
Erano passati ormai più di 15 anni. La mia accogliente di seduta gradualmente aveva rivelato la vera natura della sua ricopertura. La finta pelle di finta nappa rossa aveva cominciato ad avere delle ferite. Dei tagli. E da lì avevo scoperto, guardando il retro del materiale, che era un tessuto sintetico, plastificato sopra. Una buona imitazione, pareva. La mia squallida convivente di allora mi aveva consigliato così "Era un ottimo acquisto".
Ora quindi, proprio col denaro che l’avevo costretta tramite avvocati a restituirmi, avrei potuto e voluto acquistare una nuova poltrona.
Semplice.
Ma solo apparentemente.
L’esercizio dove avevo effettuato l’acquisto, e che aveva conservato il nome “poltrone e sofà”, si era spostato e si era anche molto ingrandito. Un salone immenso esponeva brutti divani. Che venivano spacciati per gioielli super eleganti dell’arredamento .
Che ostentavano colori grigiastri e malinconici. A titolo di sondaggio chiesi indicativamente il costo per il mio acquisto. Cifre iperboliche. Però, se avessi lasciato il mio recapito e numero telefonico, dalla settimana prossima avrebbero cominciato le offerte e le promozioni. Mi avrebbero contattato. Al momento, se volevo, mi avrebbero potuto offrire un buono di qualche centinaio di euro da spendere con Amazon per comprare alcunché… Anche viaggi. Credevano di ingolosirmi. Me ne andai asciutto con battute umoristiche e sarcastiche.
Sarei andato in qualcuno dei grandi magazzini di arredi abbastanza economici.
Una volta si chiamavano il Mercatone.
Entrambi erano scomparsi. Sostituiti da altri esercizi di generi alimentari. Della marca dello stesso pseudo discount dietro casa dove acquisto di corsa il latte per far il kefir, o altri generi alimentari.
La mia puledra su due ruote, mi accompagnò in una delle due località alla ricerca dello spaccio di arredi.
Come sempre chiacchieravo tra me e me.
E mi capitò di fare ancora il gioco dei numeri magici.
Un semaforo dopo l’altro offrirono il verde mentre stavo contando lentamente ed ero arrivato a un numero pari. 38.
Eh già… Vuoi vedere che perderò definitivamente di vista quest'ultima persona disturbante e fastidiosa…?
Sì, proprio quella lì, che è sempre in giro a far shopping e dice che non ha tempo per fare cose più intelligenti, e quantomeno (neanche magari io lo volessi e lo gradissimi), per venire a trovarmi…
Meglio così. Ne ero certo, che i miei numeri magici mi avrebbero detto che stavo facendo bene a cancellarla totalmente.
Come decine di volte già le avevo anticipato.
Altri semafori.
Altre scommesse mentali.
Altre negazioni e cancellazioni.
Quella che avevo creduto per anni, insieme alla convivente di allora, (che si era poi addirittura installata in casa mia), che fosse una copertura di nappa rossa, un po’ alla volta andava mostrando tagli, fessure, cedimenti.
La poltrona certo prima o poi la cambierò anche lei. Mi ero detto sicuro.
Cambiare.
Rinnovare.
Gettare nella spazzatura le cose inutili.
Gettare nel dimenticatoio chi avevo troppo generosamente valorizzato, oltre misura.
Insieme alla poltrona, anche adesso l’ultima mia favorita mostrava sempre di più i segni della consunzione. Della asfitticità. Della inadeguatezza.
E dire che allora non soffrivo di ptosi e di diplopia.
Avevo gli occhi che avrebbero potuto vedere benissimo la realtà. Ma avevo voluto osservarla con gli occhi interiori.
Si vede che allora era stata una offerta promozionale.
Due al prezzo di una. Anzi più di due e meno che al prezzo di una.
Anche il prossimo semaforo mi confermò il suo responso: col numero 50.
Il mio silver wing rombava sicuro e possente. Con una voce e un timbro sonoro più sicuro, affidabile, robusto. Rispetto al modesto scooter che l’aveva preceduto.
E anche nei confronti di quell’altro di prima, al quale avevo addirittura applicato un kit polacco per farlo andare a gas gpl. Quando era diventato non più compatibile con la classificazione degli euro per la circolazione.
Gli scooter li avevo cambiati.
E la poltrona rossa di finta pelle stavo per cambiarla.
Tante cose avevo cambiato ormai.
Inaffidabili e inadeguate compagne di vita avevano ricevuto da me il benservito.
Il mal servito sarebbe meglio dire. Anche loro avevano mostrato le falle della loro struttura di persona. La nappa rossa si era rivelata tessuto sintetico plastificato.
Dei numeri magici, mi stavano confermando, che anche altre volte, mi ero lasciato ingannare per eccessiva buonafede.
Ottimismo.
Speranza a tutti i costi.
Tutti i numeri pari segnavano il loro vaticinio.
Cambiare.
Gettare via ciò che non merita.
Piuttosto, si può stare anche senza poltrona per un po’.
O senza presenze/assenze civettuole, appariscenti, non all’altezza.
Ora la vista, quella con gli occhi, ha riacquistato vigore ed efficienza. Forse addirittura più di prima.
Col passare degli anni stavo forse diventando più saggio, concreto e realista?
La cabala dei numeri pari sembrava confermarlo.
Superstizione? Residuo di gioco magico rimasto dall’infanzia? Ricerca di conferma a livello extrasensoriale per quanto già risultava lampante anche prima?
Meglio soli che mal accompagnati.
O no?
Nanni Omodeo Zorini
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