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mercoledì 22 settembre 2021

ECCEZIONALE, MA SI FA PER DIRE…

ECCEZIONALE, MA SI FA PER DIRE…

Ma toh…! Anche oggi qualche chicca stupidotta come le altre…
Ogni volta attribuite a qualcuno di famoso. Poi chi va a vedere e verificare se ha davvero detto queste stupidaggini melense…
Non mi ci soffermo mai; preferisco tirare lo sciacquone, spesso senza neanche sorriderne.
Però, lascia perdere, che può essere
divertente
prendersi gioco di queste amenità seriali. Soprattutto visto che occupano la maggior parte delle pseudo comunicazioni qui presenti.
“A PRESCINDERE…” affermava sornione il principe di Bisanzio Antonio de Curtis…
Allora prescindiamo, che tanto è gratis…
Me ne è appena arrivata una, nella tazzina del caffè, che voglio regalare… Una chicca detta e stradetta, ripetuta infinit e volte. Attribuita a scrittori famosi. Magari può darsi qualche volta anche al Dalai Lama.
NON HA IMPORTANZA SE TU DAVVERO SEI STRAORDINARIA COME TI DESCRIVO, MA È IMPORTANTE CHE IO MI SENTA COSÌ STRAORDINARIO QUANDO LO FACCIO
(… e altre, non da meno… una cosa così grande non credevo potesse capitare;
lontano dagli occhi ma sempre presente per me
blablabla… Blablabla… Eccetera…)
Chi raccoglie, inventa di sana pianta, colleziona queste frasi roboanti, assolute, e totalmente infondate, in quel momento si sente un “c… e mezzo”. Gliene va reso merito. Corbezzoli!
E allora cosa succede?
Talvolta la destinataria sta al gioco. Crede o fa finta di crederci di essere lei l’oggetto di tanto stupore ed elogio.
Ho provato qualche volta di immaginarmela. Così. Una qualsiasi. Presa a caso. Sorteggiata nel carnet infinito delle Dulcinee poste sull’altare, a campione e modello stereotipo della femminilità super assoluta.
E me la vedo. Talvolta può essere una personcina insignificante. Che ha proprio bisogno di quel rinforzo. Modesta. Omologata. Seriale. Come tutti e tutte… Ma che però ha bisogno di sentirsi dire proprio quello: che come lei non c’è nessun altra…
Uscire dal mazzo. Almeno per finta. Simulando.
Nasconde i suoi chili di troppo. Qualche ruga che ormai compare. Magari paffutella e tondetta. L’incarnato scialbo. Però, la poveretta, dentro di sé ha sempre sognato, sperato, ritenuto, di avere quella caratteristica là… Che solo qualcuno è riuscito a rilevare, a cogliere, a mettere in evidenza…
Bontà sua!
Ritiene che solo gli intimi, o quelli che fanno finta di essere tali, hanno colto la sua essenza profonda e straordinaria.
Continua la sua vita normale. Si fa per dire. Le sue, magari, numerose e svariate vite normali. Fate un po’ voi… Trantran familiare. Caffè e pasticcini al bar. Sorbito reggendo la tazzina con noncuranza elegante. Magari sporgendo il dito mignolo della mano. E intanto, dentro di sé, si ammira allo specchio del proprio ego narcisista. E si consola… “Io sì che…”
Poi tutto continua come prima. Meglio o peggio: non fa niente. È indifferente. Però, può gustare il suo momento di gloria. Aggiungerà del fard a nascondere le rughe. Indosserà quel capo d’abbigliamento acquistato apposta nell’iperstore per donne fatali. O quasi. Poco rossetto sulle labbra, ma disegnato nel modo giusto. Magari, ma non per tutte, rivedere e ripassare la epilazione intima. Quel lui la ci teneva tanto. E può darsi che piaccia anche ad altri lui. Così. Un tocco di charme. Esotico. Trasgressivo…
E allora, può continuare ad essere tondetta, un po’ scialba, insignificante… Però magari può darsi che sia vero… Che lei NON SIA DAVVERO STRAORDINARIA, COME LUI HA VOLUTO DESCRIVERLA … MA È IMPORTANTE CHE LUI AFFERMI DI SENTIRSI STRAORDINARIO MENTRE LO DICE…
E via… È fatta… Rien ne va plus…
"A questo messaggio non rispondo… Posso sempre dire che ero impegnata… Stavo poco bene… C’era in giro quell’altro lui che mi controllava il cellulare… Magari gli mando un messaggino di corsa più tardi… Un salutino però a quest’altro lo voglio mandare... Magari gli faccio anche uno squillo… Lui ci tiene. E magari lo incontro per caso come le altre volte, dove so che lui passa sempre. E posso anche mostrare stupore. Lui starà al gioco. Gli conviene.
Mica possono vedere i miei ammiratori potenziali virtuali o reali dove io sono davvero, cosa faccio, dove vado e neppure possono vedere, loro, i miei particolari intimi che ho predisposto…
E se poi, nella sua supponenza, qualcuno mi vuol mandare di nuovo a cagare, faccia pure. Tanto io ho appena letto il messaggio che hanno caricato nel socialnetwork.
E afferma, che comunque io sia, e lo sa bene d’altronde, quando lui mi pensa o è con me si sente e si ritiene straordinario eccezionale… Merito mio dunque…
Ora vuoto la lavastoviglie. Posso dire che sono impegnata e ho un sacco di cose da fare. E, chissà mai, che qualcosa di nuovo capiti.…
Sì. Farò proprio così. Passerò per caso in quel posto là. Se mi va bene, andrà bene anche a lui. Mostrerà stupore compiaciuto.
Il cellulare sarà sul silenzioso. E chi s’è visto s’è visto…”
Con buona pace, devo dirlo a parziale scusante, delle tante persone che ogni tanto, oppure spesso, gradirebbero ritenersi uniche, straordinarie, eccezionali per qualcuno.
Che poi la verità è un’altra.
Ciascuno di noi e di voi è sicuramente unico ed eccezionale. Ma non per l’aspetto che ha, che mostra, o che simula con disinvoltura. Esternamente o celato alla vista.
L’essenziale, forse, è trovare l’unicità che ci contraddistingue. Puntare su quella. Non esistono tra i 7.000.000.000 di umani, pare, due impronte digitali simili. Tant’è vero che anche chi fa gli smartphone lo usa come elemento di identificazione.
Senza dover giocare a essere strafighi o strafighe.
Che unici lo siamo già per davvero. Paffutelli, spilungoni, sguerci o dallo sguardo a raggi laser. Anzi, gli pseudo difetti e defaillance ci contraddistinguono. Andrebbero forse valorizzati.
E anche oggi, con buona pace dell’amica Sgarbazzoni Jolanda, diciamolo pure, quella nata Musumeci, e di tutte le altre e gli altri lettori, ho detto qualche cazzata.
Mi perdonino, le persone sempliciotte, banali, insignificanti… Se ho voluto prendermi gioco di loro… D’altra parte lo sto facendo con tutti. E quindi anche con me stesso.
Nanni Omodeo Zorini
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