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giovedì 16 settembre 2021

VIVA LA VITA

 VIVA LA VITA

Le olimpiadi 21 hanno fatto sfolgorare esempi e immagini particolarmente significative. E non solo dal punto di vista sportivo agonistico che io non seguo abitualmente. Ha colpito tutti e quindi anche me Bebe Vio. Risparmio una carrellata sul personaggio. Media e testate giornalistiche hanno già curiosato, frugato, spettegolato… Sono arrivati addirittura a spiattellare le sue situazioni sentimentali: ma è vero che ha un moroso oppure no? Lascio a quelle testate su carta o in etere , di continuare le loro ciacole.
E provo a porre l’attenzione su uno dei modi in cui si può reagire alla sciagura e alla sventura in campo di salute e fisico. Questa ragazza dal sorriso entusiasta e vitale talmente amava la sua disciplina del fioretto, che con delle protesi artificiali alle braccia è riuscita a vincere le medaglie d’oro!
È stata elogiata in modo commosso anche da Ursula von der Leyen .
Ma non ho intenzione di fare un quadretto elogiativo da libro cuore.
Voglio solo porre una domanda: chi è colpito da un acciacco, un danno fisico gravissimo, una sciagura come questa, può restarsene nella sua sventura? Oppure può e deve accanirsi coi denti, con la rabbia, con la passione, e col suo sorriso sfolgorante e vitale? Chi ha avuto piccoli danni fisici, talvolta è incentivato e facilitato a risalire la china. Combattendo in tutti i modi. Con rabbia, determinazione, ostinazione assoluta! Una piccola paralisi, un’ischemia con danni lievi, un incidente… Per costoro è più facile. Ma ci aveva provato di recente anche se è stato sventurato ulteriormente
Alex Zanardi. Non serve ora a fare la carrellata su questi casi di vitalità mai rassegnata.
Ce le raccontano già quotidianamente. Vorrei soltanto limitarmi a commentare e sostenere la lezione che qualcuno nel suo entusiasmo di vivere ed esistere regala, soprattutto regala gratis.
Al confronto, una temporanea limitazione alla visione di un occhio, come quella che ho avuto io è una cazzata. Soprattutto perché la mia ptosi con la palpebra abbassata da Cieco di Sorrento, è totalmente guarita e rimossa. E sto addestrandomi a superare la diplopia/strabismo: per non somigliare troppo a Marty Feldmann che ho più volte citato. Al confronto dicevo, rimango stupito, ammirato, riguardo a questi due esempi per poterli magari emulare… Vista l’età, mi voglio preparare per tempo!
Eppure, siamo tutti a conoscenza di tanti innumerevoli casi di persone che stanno male, e che rischiano di rassegnarsi. Quello che si può dire piangersi addosso.
Ripeto che non so se io nella situazione di questi due modelli, o di altre persone sofferenti, danneggiate in modo forse addirittura permanente, avrei avuto le palle e il coraggio e la grinta di emularli davvero. E so benissimo, che non basta dare suggerimenti, consigli o fare predicozzi… Però, indicare col dito e con le immagini come potremmo fare in casi gravi, credo che faccia bene e sia un atto dovuto. Personalmente sono profondamente convinto della opportunità e della giustezza di una norma per il fine vita. Valido nei casi veramente disperati e irrimediabili. E senza temere di essere in contraddizione, personalmente sono completamente contrario al suicidio, per un motivo molto semplice, addirittura banale. Amo la vita. Anche se non è stata una madre gentile ma spesso una matrigna con me. Spesso, con la mia modalità ironica e sarcastica, accennando al mio prossimo futuro, stravolgo un’espressione corrente: non parlo di “passare a miglior vita”, ma rovescio l’espressione, e pensando al dopo definitivo, dico ridendo e ironizzando di quella dimensione che non mi piacerà affatto: “passare a peggior vita”. Bella o brutta, quella che ho vissuto finora e che magari mi regalerà ancora un po’ di tempo da spendere, per me è la miglior vita possibile: non ne ho avuto a disposizione nessun’altra…
BUONA VITA A TUTTE E A TUTTI
Nanni Omodeo Zorini

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