scegli argomenti:

venerdì 17 dicembre 2021

COSA RESTA DELLA RIVOLUZIONE- notazioni su ciò che può essere il vivere e il narrare

 COSA RESTA DELLA RIVOLUZIONE-https://www.mymovies.it/.../whatever-happened-to-my.../- cineforum di Bellinzago IL POSTO DELLE FRAGOLE.

Regia di Judith Davis. Un film di e con Judith Davis.
Lascio i commenti relativi alla trama e alle intenzioni della regista/protagonista con questo titolo.
Sono già belli e pronti ai link Web.
Qualche considerazione personale, ovviamente, essendo io che l’ho visto ieri sera e che voglio parlarne.
Mi ero annoiato, stufato e infastidito davanti ad altri film pure eccellenti da vari punti di vista: ricostruzione storica, citazioni, discorsi, fotografia…
Voglio porre l’attenzione su un nodo centrale di che cosa significhi NARRAZIONE.
Pia e ingenua illusione quella di reinventare la realtà e la vita. Ricostruirla cioè. Perché è assolutamente impossibile. La vita è irriproducibile. E poi la vita di ciascuno…
Al massimo, per ben che vada, la narrazione e anche quella filmica possono tentare di raccontarne delle fasi, delle sequenze, in modo approssimativo non definitivo. Mi riferisco, ad esempio, al film “Miss Marx”. Film celebrativo e biografico. Icona. Ma assolutamente rispetto ai criteri che citavo prima, non è una vera narrazione. Il modo di fumare il sigaro o la pipa, quelle parole dette quel giorno in quell’occasione in quel contesto, insomma una iconografia puntuale come un album di fotografie famigliari d’epoca, che però assolutamente in nessun modo possono davvero ricostruire quella realtà! Al massimo possono citarla.
Una narrazione e anche quella filmica hanno una ragione d’essere dentro di sé. Devono essere in sé e per sé autosufficienti. Nonostante lo specchietto per le allodole dei personaggi e delle vicende famose.
In parole povere: la regista incarna anche la figura centrale della protagonista. E già questo la mette in una posizione privilegiata per gli scopi che io prediligo. Lei dentro il film è la narrazione stessa, vive all’interno con la realtà che non vuole essere assolutamente fotocopia o ricostruzione di qualcosa… Ma al massimo serie di riflessi che rimandano, che richiamano, con allusioni continue ad una realtà irripetibile e irraccontabile.
Alla fine del film mi sono detto: questo film esiste davvero come narrazione. Non è una ricostruzione, una finzione di vita e di realtà. È quello che può essere un film e una narrazione. Allude. Perciò aiuta a rivivere, immaginare, intuire… È il massimo che il narrare può fare.
Presumo che molti spettatori siano rimasti delusi. Probabilmente gli stessi che godevano come zebre seguendo l’album di fotografie dei film biografici celebrativi.
Chiedo scusa: esprimo soltanto il mio parere personale… Amo la narrazione. Amo il vivere e la vita. So che sono e devono restare campi terreni e realtà separate. Attigue magari. Imparentate. Ma assolutamente distinte.
Aggiungo qualche altra annotazione iperpersonale. Ho in mente alcune persone che rispetto alle storie e anche alla storia della propria vita hanno le idee confuse. Probabilmente perché hanno più vite, più storie, più personalità coabitanti dentro di sé. E in ciascuna di esse buttano lì battute eccessive assolute e incredibili: tu, dicono a qualcuno, sei la persona migliore che io potessi desiderare di incontrare e che ho incontrato. Dimenticando le altre vite parallele… Le altre persone migliori di quelle altre vite… Nelle quali pure hanno pronunciato ed espresso frasi e considerazioni incredibili e irreali. Loro stesse, purtroppo, come le loro storie personali non esistono. Sono soltanto un’accozzaglia e un coacervo disordinato. Contente loro…!
Nanni Omodeo Zorini
Mi piace
Commenta
Condividi

Nessun commento: