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domenica 19 dicembre 2021

 IL FIGLIO DI RE E LA SERVOTTA TROPPO GOLOSA

In un tempo lontano, nella terra piatta sorvolata dagli aironi era vissuto un “figlio di re”. Aveva tutte le doti necessarie per quel ruolo, ma purtroppo era rimasto senza re. Orfanello… Ragazze e donne giovani e meno giovani, snelle, paffute, argute e stupidotte si erano compiaciute con lui a incontrarlo e intrattenersi. Di sfuggita era stato sfiorato anche da una fanciullotta che però aveva le idee poco chiare. Appena l’aveva conosciuto aveva deciso di scappare a gambe levate. Passano i mesi. Passano gli anni. La fanciullotta si è fatta una donnotta. Si ricorda del figlio di re. Decide di conquistarlo e di sedurlo.
Ma c’è un inghippo: lei non è più sola! Ma come niente fosse, attraversa vallate, colline e pianure perché è ingolosita allo spasimo. Un vero raptus. La coazione a ripetere.
L’orfano di re, avvezzo com’era a lasciarsi sedurre e conquistare, almeno sulle prime decide di stare al gioco.
Oltre a fuggire al momento giusto la donnuccia si era molto abituata a fare conquiste. Non aveva remore di sorta. Aveva cominciato da piccina…
Fatto si è che giurò e spergiurò che lui era proprio l’uomo che lei aveva sempre cercato. E lo disse anche addirittura in una caverna magica ad un mago antichissimo che veniva chiamato signor sangiulio. Esperto nell’uccidere draghi di lago. Cerca che ti cerca, tra tutti. Pur non trovando mai quello giusto. Finì, però, per strapazzarsi troppo anche con lui. Lascio per fortuna le attività che svolgeva, ed ebbe allora tutto il tempo che voleva a sua disposizione.
Il figlio di re, orfano ormai a tempo indeterminato della corona, provò diverse volte a consigliarla di starsene per conto suo. Di non tampinarlo continuamente. Che avrebbe finito per farsi cacciare di casa se l’avesse scoperta qualcuno...
Macché…
E come quando da piccola rubava la marmellata e i biscotti allo zenzero, si faceva attrarre ogni volta da una nuova marachella. Il tempo libero ce l’aveva a bizzeffe. E con la giustificazione e l’alibi dei malanni che descriveva, girava di qua, gira di là, nei boschi, tra i ruscelli, e in quei templi che lei adorava che erano gli ipermercati galattici… Con le loro vetrate e le loro luci. E con tutte le paccottiglie e i ben di Dio che li erano esposte proprio per gli acchiappa citrulli.
L’ex figlio di re che aveva molta esperienza in materia, la invitò a fare delle scelte. Lei camminava, girava, ma le bugie hanno le gambe corte come racconta Collodi. Fece le bizze e l’offesa dicendo che lui non le credeva. Ma anche lei non credeva a se stessa.
Stufo di tapparsi il naso, l’ex principe ereditario a vuoto, che nel frattempo scriveva racconti e poesie, per l’ennesima volta la mandò al suo paese. Che qui non viene nominato come neppure le frazioni dove lei si attardava camminando a stento per ore e ore…
Aveva messo a punto la propria vista, e anche il proprio olfatto il poeta narratore.
Deluso più ancora che in tutte le sue deludenti esperienze precedenti. Smise di guardare, traguardare, osservare geograficamente nel Web.
Quella era la prima volta che si imbatteva in una fraschetta che pure aveva il coraggio di dirgli le bugie. Deluso e amareggiato, non tanto con la tapinella che seguiva il proprio istinto e il proprio DNA, ma con se stesso.
Anche i figli di re col passare degli anni diventano saggi. E guardandola bene si mise a ridere da solo con se stesso allo specchio.
Non volle più assolutamente sapere quello che facesse la donnotta. Dove andasse. E le diede definitivamente il benservito. Come lo davano una volta i baroni e i figli di re alle loro servotte.
Ermanna Scroppo
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