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sabato 18 dicembre 2021

ORPHELINE- Quattro vite

 QUATTRO VITE- Orpheline.

Regia di Arnaud des Pallières. Film. Prime video.
“Marcel Proust aveva una sua teoria sul passato, quel tempo perduto di cui è fatto il presente che concepisce l'avvenire. Aveva la sua teoria sulle persone che diventiamo nel corso della vita, sovente estranee l'una all'altra. Il bambino che eravamo non assomiglia mai all'adulto che siamo diventati. Di dentro. È quella invisibile transizione l'origine di Quattro vite: comporre la metamorfosi di una donna interpretata da quattro attrici differenti.”
Orpheline . L’orfana; la protagonista è orfana di se stessa. Lo era la bambina che è stata, come lo è la disperata adolescente. Succube sempre compiacente degli abusi e dei maltrattamenti ripetuti. Poi la vediamo donna almeno nell’aspetto e nel corpo. Lo è la donna dolorante che alla fine, dopo una continua perenne fuga da tutto, mette al mondo, finalmente una bambina che, forse ci auguriamo, non sarà più orfana.
Una vita non è un viaggio lineare. Chi la vive è se stesso nelle sue varianti e variazioni.
Faticoso seguire la trama di questo film. Come conoscere davvero e a fondo una vita. Di questo racconto alla ricerca continua di qualcosa. E della fuga da quel qualcosa appena sembra di averlo raggiunto.
I nomi nel film mutano. Nel vivere quotidiano a volte qualche persona accetta di farsi chiamare in modi diversi. E si adatta ogni volta a ciascuno. Impersonando quel ruolo.
E non è, la trama e il racconto, una parodia per eccesso. Guardando il film dall’inizio alla fine, con i suoi salti temporali e flashback avanti indietro continui, con dolore e tormento, assistiamo sgomenti e disturbati, alla continua metamorfosi della persona chiave, protagonista. Non riusciamo a capire bene chi è davvero lei: forse, con amarezza e disagio, ci rendiamo conto che ciascuna delle protagoniste delle mutazioni, è anche la sintesi di tutte loro!
Nanni Omodeo Zorini
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