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domenica 22 novembre 2020

S’DEN

 S’DEN

e ha fatto il suo s’den
il campano alla chiesa degli umili
i fratelli hanno mosso tirando con garbo
il canapo nodoso
e indossano il saio color sacco
ma sotto han le brache
che sono uomini non anacoreti
e stanno lì ora et labora
con indosso quel nome così nazareno
un tempo quand’ero ragazzo facevan la cerca
con le loro sporte ovali di cuoio
a sguardi senza chiedere nulla
e giravano con i calzari
i fratelli che hanno dimora a pregare
lì alla costa col verde alle spalle
e scodellano zuppe di porri e patate
e donano col sorriso abiti dismessi
ai poverelli del tempo e non gli guardano
il colorito del volto né notano gli accenti
e tirano il canapo perché la campana
regali il suo umile e tacito s’den
a mezza voce
con pudore e riserbo
e dietro alle spalle dell’abazia
ci stanno i brutti condomini di cemento
del cimitero foppone
dove stanno i ricordi i pensieri i resti e le ossa
vegliano e pregano i fratelli
cantando le loro litanie di incenso e candele
hordo fratrum minorum
cappuccini figli di francesco
che regalava il proprio mantello ai meschini
e suonano
s’den s’den s’den
col campano piccino nell’aria
sottovoce
eppure stentoreo
che lo sento io pure
mentre muovo passi
sulle foglie
bagnate e
molli
Nanni Omodeo Zorini Qfwfq

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