scegli argomenti:

martedì 26 gennaio 2021

LA DANZA

 2

t6 ggSennapegnoionnsolii oro202rle0uddrer 
Contenuto condiviso con: Tutti
Tutti
LA DANZA
rosa
Nell'aria della sera e del mattino svolazzavano qua e là sulla lavagna di ardesia grigia del tempo batuffoli di colore e di suoni.
Erano farfalle.
Farfalle parole.
Farfalle immagini.
Farfalle odori e profumi.
Farfalle emozioni…
Appena sotto la data che sempre viene scritta con il gesso in alto a destra, era apparsa per prima una farfalla parola…
«CICCIO»
Appena comparsa le si posò accanto un'altra sorella…: «CIAO»
Per un po' rimasero solo loro sull'ardesia. Tremolanti quasi a danzare insieme.
Poi, dopo un po', apparvero una alla volta, tenere e sempre diverse l'una dall'altra delle rose.
Cominciò una rosa bianca.
Dal basso vicino al cornicione di legno della lavagna lentamente svolazzò verso l'alto. Girò intorno alle altre farfalle parole.
Fin quando arrivarono le altre sorelle.
Una rosa rosata di color incarnato.
Un'altra intensa di colore vermiglio.
E un'altra e un'altra e un'altra…
Si disposero anche loro a danzare con le compagne.
Ma in modo lieve.
Quasi pudico.
Per quanto deciso, definitivo, convinto.
Fu una leggera brezza ad accompagnarle.
Le rose non hanno un profumo un odore particolarmente insistente.
Sono delle vere signore.
Aristocratiche.
Pervadevano però il panorama grigio infondendogli sfumature e ravvivandolo.
Presto venne anche un altro venticello di colore verde bosco.
Ciuffi d'erba si inchinavano e inclinavano i loro steli...
«PRIMAVERA»
«RISVEGLIO»
«RESURREZIONE»
Arrivarono piano piano alla spicciolata. Intenzionalmente. Incuranti del calendario. Sapevano cosa volevano dire e raccontare. Erano parole vive. Erano emozioni. Erano promesse.
Salendo dal basso e dai lati della cornice del tablò noir sfumature policrome color pastello regalarono delicate pennellate arcobaleno.
Pennellate amorose. Piccoli tocchi piumati. Ulteriori emozioni.
Tenerezza. Dolcezza. Coccole. Addirittura alcuni divennero baci. E i baci da casti e appena sfumati si fecero più intensi e audaci. Umidi di fiato e di saliva. Lascivi e sensuali. Di lì a poco l'ardesia si mise a pulsare tutta di vita propria. Popolata da tutte quelle farfalle parole, emozioni, significati…
Una bambina dalla coda di cavallo bionda e dagli occhi turchini, correva dando la mano al suo accompagnatore . Guardandolo intensamente e riempiendo tutto intorno delle sue risa d'argento vivo e di cristallo liquido.
Lui corrispondeva gli sguardi e commentava con parole baritonali e cantando una canzone.
La primavera di Vivaldi serpeggiò tutto intorno.
Gnossiennes di Erik Satie.
La pavanne di Gabriel Fauré.
Alla turca di Mozart.
Adagio per archi di Benedetto Marcello.
E via e via e via e via all'infinito…
Legni, ottoni, fiati…
Corde vibranti di pece greca dei crini sugli strumenti.
Un concerto cominciò a dilagare. Raggiunse le dimensioni di un concerto grosso. Pur conservandosi sempre lieve, soave, intimo e delicato.
Anche le farfalle parole… Le farfalle immagine… Le farfalle emozioni si misero in danza tutte quante.
Occhi cerulei. Viste di corsi d'acqua. Canali. Fiumi. Laghi…
Un landò trainato da un baio bianco… Velocipedi e biciclette… Veicoli d'epoca…
Non sembrava possibile eppure la lavagna riusciva a contenerli tutti. Nel loro bizzarro ingarbugliato mescolarsi.
La fanciulla teneva sempre per mano nella danza il suo cavaliere.
E accanto a loro le farfalle parole «CICCIO» e «CIAO» giocavano a moscacieca insieme alle emozioni di tenerezza dolcezza lascivia desiderio allegria…
Tutta la danza stessa si era messa a danzare.
E il disordine di venne ordinato.
Raffinatamente composto insieme sciolto e bizzarro.
I versi di Capossela mutarono parole…
Permettendo che tutte le rose assumessero tono spensierato entusiasta e lieto.
Quasi a dire:
«CON UNA ROSA BIANCA
GIALLA
ROSA PURPUREA
TU SEI VENUTA A ME DOLCEZZA MIA...»
E un controcanto faceva eco:
«E VENGO A CERCARE TE PRINCIPE MIO AMATO -
ECCOMI DUNQUE-
SONO E SARÒ SEMPRE LA TUA ROSA-
RIDI E SORRIDI MIO SIGNORE-
LA TUA REGINA È QUA»
Dicono che poi si sia sentita la campanella dell'intervallo.
O forse era quella dell'inizio delle lezioni.
Non si sa.
La lavagna riassunse il suo colorito grigio scuro d'ardesia.
Pronta a farsi scrivere in alto a destra la data di quel giorno.
Che forse era il 26 gennaio.
Sarebbero entrate frotte di bambine e di bambini.
E insieme a loro sarebbe entrato alto, dinoccolato, immenso, dalla chioma di capelli ricci scuri, il maestro…
Alla sua mano stava aggrappata un'alunna che lo guardava dal basso in alto adorante.
Avrebbero insieme studiato gli affluenti di destra e di sinistra del Po.
Le tabelline: quelle facili e quelle difficili.
Avrebbero pitturato sui foglioni bianchi di carta da pacco un mondo nuovo.
Avrebbero scritto le poesie.
Avrebbero studiato il medioevo e anche i verbi irregolari.
Tutti insieme.
Sentivano come vibrare per l’aria la danza che prima dello squillo del campanello aveva popolato la lavagna.
Tutti insieme vissero un'altra nuova giornata di scuola…
Grigia ma non rassegnata, la lavagna aspettava.
Dopo la merenda, dopo la mensa pranzo, sarebbe rimasta di nuovo lei la signora incontrastata nell'aula.
E avrebbe di nuovo ricevuto le farfalle parole, le farfalle emozioni, immagini, odori, melodie…
Perciò rimase tranquilla ad aspettare…





Nessun commento: