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martedì 1 marzo 2016

fummo trapiantati qui 2

FUMMO TRAPIANTATI QUI... (beh... certo... Artemisia mia...!)
Fummo trapiantati qui
a rigustare
ebbrezze remote
in uno dei tanti
possibili storici ricorsi
e fu dato ancora
sfiorare villa marazza
col cuore
in subbuglio
nel suo tamburellare giosioso
TU TUM TU TUM TU TUM
attendendoci nuove extrasistole
e venne facile
farlo
e di nuovo sfiorammo
la stessa ( o era
una coincidenza di nomi e di immagini
come accade riassaporando
momenti prenatali? Villa marazza
o qualcosa di molto simile a un risveglio
dal film del quotidiano verosimilmente possibile...?)
Col cuore
(o lo stomaco,o
gl'inguini, o le vene, o il sangue,
o i nervi,o i tendini, o la pelle
che bruciava rabbrividendo daccapo,
o i formicolii nella carne, o i crampi dei muscoli
piacevolmente euforici,o qualcosa di simile?)
orgasmizzante
comunque
pare
sfiorammo di nuovo un luogo
del tutto simile a un altro (ma
non é questo quello che conta) e
il tempo parve restringendosi
su se sesso da A.ad ,A’
solo in un punto
A. coincidente A'
e fu come un immenso
salto nel vuoto dell'iper—
-spazio di qualche tri-
-liardo
di anni
(o giù di lì)
eravamo rimasti
immobili
per un frammento
di eternità
riempito di
carta fiorata da regali
appallottolata e
di coriandoli e stelle filanti
e
gommapiuma
e
polistirolo
colore della panna montata
di nuvole
e qualche
ebbrezza
sognata
o
supposta
(sovente dicono vissuta
ridicolamente
invero
come fosse possibile definire questo concetto
astruso.
irrealmente
reabile
ma ugual-
-mente
fantasioso)
Cercai
frattanto
di darti una stretta sensuale sul braccio
mi sorridesti
confermavi
il sogno (altrimenti
almeno tu
ti saresti svegliata
amore
non credi ? )
era forse anche volato qualche sguardo argentato
al fosforo
o due
come accade da bambini
quando sognano
di entrare ancora nel gioco
che prima
sognante
gustavano
vivissimo e intenso
Sembravano
altre gocce di perle
da infilare
per la collana
che ti regalo
con questo amore
Alti
ordinatamente
alti volavano
a stormi armoniosi
aironi e ibis cadenzatI agitando l'aria tiepida
raccontavano le risa
intense
pregne
della vicenda
che ci riempiva (che era?) la vita
immensamente
clamorosa
e sempre
totalmente
unica e sublime
per i suoi
protagonisti
Fummo
trapiantati qui
un giorno ipotetico
perchè bevessimo questo infuso di ambrosia
e vaniglia
sapido
incredibilmente gradevole
e dolce (posso dire di miele?)
che era
poi
il succo spremuto
della decozione
della
nostra
intatta
radice
Da quali altri mondi neppure sapevamo stupendo
che
proprio a noi
capitasse vivere
in questo tempo
questa storia
qui
(o di sognarla, ma di sognarla proprio noi,
o ci stavamo ancora illudendo?)
Novara, 31.01.2016
(rivisitazione e....riscrittura di versi dell’82, in colore arcobaleno)

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