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martedì 1 marzo 2016

INTERMEZZO

Ed ero rimasto lì attonito
ma solo un poco
a cercare di imparare a memoria
l'assenza
quando vennero come venti di marzo
effluvi profumati di bosco
di rosa canina
di verbena e gardenia
la tua lontananza presente
si stagliava netta
con preamboli di certezza
e preferii allora
sciacquarmi la bocca e le mani
alla fontana che mi sgorgava dentro
con gargarismi rochi
sputando e vomitando la tristezza
residua
che stava lì seduta
inutilmente ad ingombrare il cammino
dove stavi già apparendo
e ripresero quei tonfi tremendi
piacevolissimi
dentro la vecchia cassa armonica
propagando scosse elettriche
tremiti
algoritmi amorosi
pulsanti
altalenati
e mi accorsi
definitivamente
che ero di nuovo vivo
e tu adagiata nella mia anima
muta mi interrogavi
con sorrisi di sguardi
invitanti
e mi ero ritrovato tutto
e tutta ti ritrovavo

ricominciava il tempo reale

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