FINESTRE
Si spalancavano così,all’improvviso,
su altre dimensioni del tempo
dolci, languide se vuoi, malinconiche
o piene di immensa nostalgia. Del passato
e anche del presente. Del futuro,forse?
Piene di speranza anche, e di paura.
L’aria tersa giocava repentine zoomate
gratuite, immeritate forse. Avanti e indietro,
come in una giostra delle fiere d’un tempo.
Canzoni leggiadre cantavano in falsetto
sulla cornice di legno antico; sugli svolazzi
di farfalle e di uccelli squittenti, sulle ragnatele
di poliammide.
Ed era, ogni volta, un tuffo al cuore,
un’extrasistole che inciampava sui propri passi,
un navigare sospesi.
E altre, ancora, all’infinito s’aprivano
dentro quelle, con giochi ed effetti allucinati. Mondi
nuovi ogni volta, ancora, da non riuscire a raccontarlo.
Sogni nei sogni, in magiche scatole cinesi, nel gioco
di specchi all’infinito; e anche oltre. Ed erano gratis.
Offerta promozionale al millesimo clandestino
della speranza, regalo assoluto.
Trasudavano profumi
di ginepro e di salmastro. Di pino mugo e di corteccia.
E stentavi davvero a credere che quello fosse un sogno
un po’ più vero e reale, di quello nel quale era appena
affogato quell’altro… Sì, all’infinito, nel caleidoscopio
tremante.
La brezza soffiava piano nel suo flauto,
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