E
l’auto va
lasciati
i viali alberati
e
i ciottoli lisci di fiume delle strade del centro
e
le nostre abitudini quotidiane, consolanti
E
i cieli tersi si alzano maestosi come grandi velari
circondati
laggiù dalla corona di atolli di cime ghiacciate;
ogni
volta di nuovo stupiamo mentre il cuore diventa leggero
e
l’aria si riempie di parole non dette, neppure pensate,sospese
E
dicono che l’aria è tornata tiepida, che si risvegliano i ghiri,
che allagano
ancora il patchwork sghembo delle risaie
che le gemme dei ciliegi stanno buttando foglioline fresche
e anche l’uva spina; solo l’amarena è più lenta e cauta
Nuovi vasti celesti ghiacciati si
gonfiano in alto
come mongolfiere immense dilatate dal vento
spinnaccheri crepitanti di organze azzurrose
e dicono che è bello, così…
Ci
mancano soltanto
risate fresche come l’acqua di fontana; singulti
e battiti d’ali. Gli sguardi
stupiti e perplessi
rimandano appena il cenno d’un sorriso.
E l’auto va
lambita da uno zefiro tremante come un ricordo
e
tutto svetta via all’indietro sfocato
mentre
va, e scorre rapido tutto nel tempo
06
aprile 2010
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