La notte aspettava in sur-place
che fosse matura l’ora,
che l’alba, covata in silenzio,
promettesse il frutto incantato.
E l’uovo, spaventato d’aprirsi,
indugiava ancora, sulle scorze di limone
sparse all’ombra della luna.
Avevano già procrastinato l’alba,
per non turbare il risveglio
dal sogno lubrico che covava, nascosto,
nelle pieghe d’ombra.
Avevano promesso canti
di rugiada incantata, per quel
risveglio stupito.
Che facciamo, dissero,
rinviamo il mattino?
La luna, sorniona,
Col
suo sorriso incinto di luce riflessa,
prometteva speranze azzurre
per l’aria gelata che
tremava
pallida
e incerta.
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