“Il re del Portogallo - non sa ballar la samba…”
cantava nella sua eco vacillante
una balera lontana, mezzo secolo fa,
“… ma noi che siamo in gamba - sorridere ci fa”
soggiungeva sorniona.
Una nicchia del tempo si era spalancata
per accogliere questa storia; una macchia
di luce convessa raccontava questo film
provvisorio, ricordi? La guardo ora,
con nostalgia infinita, l’immagine sfumata
nel ricordo, gli occhi velati di malinconia,
la tua mano trema nella mia e non so dir altro,
sai?
Il tepore languido del ricordo si mescola
all’afa di fine agosto, mentre volo sulla moto
a cercare nuovi aliti di vento.
Ho acceso un altro cero
alle spoglie orfane di vita, carezzando le loro immagini
diafane e sbiadite.
E non sappiamo più nulla
di quella canzone remota, che un bambino ascoltava
la sera dalle camerate della colonia di Igea Marina
e che per caso, ora, ci è capitato di visitare.
Le signorine li lasciavano soli, all’imbrunire estivo,
per qualche incontro fugace da vivere col cuore in gola.
Quelle emozioni si sono cristallizzate, ormai, e
non riusciamo più a svegliarle, solo decifrarle, sai?
Perché il buco del tempo va lentamente richiudendosi
su se stesso, mentre attendo .....
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