Albe allucinate mordevano la carne
malata di morte
nel gelo del volo
dove la speranza
dimentica le pantofole
sul mezzanino della paura
Vasto si dilata immenso
il vuoto disperato
verso sperdute soglie
senza ritorno
I led verdi paralizzano
le cifre definitive
sull'orologio dell'angoscia
dove le ore congelate
sospendono definitivamente
ogni gesto
L'oceano di grigio informe
del cielo di Milano
copre col suo sudario
inutili percorsi senza meta
La tua immensa
bellezza malata
annega
con rabbia determinata
Il morbo incurabile
dilaga con devastazioni assolute
contaminando
ogni speranza
Lo spavento
invade spazi siderali
mentre il silenzio accecante
prende risoluto il sopravvento
La speranza alzava le braccia
verso la penombra
mentre tracce di incendi spenti
riempivano vuoti provvisori
" Torna indietro"
disperate sussurravano
urla ancestrali
sommerse nell'ovatta
Ti hanno regalato
una culla d'acciaio
e un sorriso beffardo
di impagabile desolazione
E sei bellissimo anche così
ora che ti sei vestito di lutto
per sposare la morte
l'innamorata assoluta
che ti ha ammaliato l'anima
fino a spezzarti un respiro
Gocce di freddo
hanno cristallizzato
corolle di asfodeli
e il liquido azoto
dilaga
col suo tsunami irreversibile
La valle del tempo
si riempie di carcasse
inutili
e di gusci di lumache vuoti
Cavalca i verdi pascoli del vuoto
mentre urla di silenzio
devastano albe definitive
Si incrinano canzoni accorate
e dalle parole
cadono sul selciato
gli accenti tonici
di cristallo
miseramente
spezzandosi
Milano, 22 maggio 2010 (©)Nanni Omodeo Zorini
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