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mercoledì 9 maggio 2012

RESURREZIONE


Resurrezione

Nel sogno, ancora, il pianto accorato, di un’altra separazione
Per risorgere a settembre, è stato promesso, per reinventare
La speranza. I numero magici, contati ai semafori, con devozione
Regalano vaticini e pronostici augurali; bisogna aspettare.

Segni e graffiti nei luoghi e nelle cose, già guardate
In altri contesti, danno tremiti di nostalgia rassegnata;
Immagini lontane, con altro turbamento già carezzate.
Odori e sapori nuovi, nell’aria e nella bocca spalancata

Per un costante, ciclico rinascere, per rinverdire ancora
La storia raccontata tante volte, l’unica possibile e vera,
quella che ha scritto ciascuno, mese per mese, ora per ora,
sfacciatamente  urlata di mattino, di giorno e di sera.

La raccontiamo perplessi adesso, senza pudore, nel tramonto
Che incombe, caldo ed afoso; e ogni volta ci mettiamo
Afflati gioiosi e tremanti, che segnano riprese del racconto;
“che non sia questo chiedere troppo”? ancora chiediamo.

Ma disperata, rabbiosa, accorata, con determinazione rinnovata,
la canzone riprende, da cantare a squarciagola, con gli strambotti
suoi ricorrenti e modulati, le cantilene di nenie cullanti, flautata
e seducente, di un concerto blues    per i ritmi straziati e rotti

Pian piano cala la sera, spegnendo questi pomeriggi
Aspettando la brezza e forse un progetto  di pioggia
Con sguardi fermi fissati lontano; con estremo coraggio
Anche il sole dardeggia, testardo e cocciuto l’ultimo raggio

12.07.09




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