PRELUDIO
Su un angolo del portico
coccolava il proprio sguardo
Gazebi candidi sciorinavano
porchette e canederli
mazzi purpurei di capsicum
forme di cacio stagionate nel fieno
e mandorle caramellate
Aveva estratto da una sacca nera
un clarino lungo e lucido che carezzava
sfiorandolo con le lunghe dita
Pullulavano sguardi golosi
e sonori parlari davanti ai banchi
degli imbonitori garruli e loquaci
prodighi nell'offrire un tanto al pezzo
mescolando odori al brusio
Con labbra umide aveva assaggiato
il bocchino flessuoso cercando
ogni volta l'ancia con la lingua
per svegliarla dal suo torpore
Salami al tartufo e al barolo
tomini di capra al ginepro
barbera vivace e bonarda
birra cotta e cruda
prosciutto affettato a mano
Tornava a baciare il lungo
serpente lucido di ebano
digitando morbida le chiavi
perlustrando con lo sguardo
il sottobosco del portico
Il sordo brulichio degli acquisti
mescolato agli effluvi del cibo
stava scivolando all'indietro
scomparendo nel contorno indistinto
sempre più fuori fuoco
L'aveva posato ritto sulla campana
accanto alla sacca nera
che aspettava l'abbrivio
carezzandosi le mani
regalò uno sguardo complice
come d'intesa travestito da sorriso sornione
Gli ippocastani avari di spogliarsi delle foglie
regalavano capsule nere di castagne matte
buone da tenere in tasca per fortuna
e per tagliarci timbri col temperino
per bambini di un tempo
Dalle mura che tenevano chiusi
giardini segreti e preziosi
occhieggiavano curiosi
ciuffi di buganvillee spruzzate di rosso
da boccette d’inchiostro antico
Lo sguardo travestito da sorriso
aveva cominciato a dilagare
preludio di accordi progettati
anticipo di note e melodie
regalo intenzionale ed esclusivo
L'aria spazzata e ripulita
stava lì protesa per accogliere
melodie vibranti di sguardi
prorompenti dalla calda galleria di ebano
pregne di fiati umidi e saliva profumata
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