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lunedì 31 agosto 2020

GIARDINO PENSILE

 GIARDINO PENSILE (ad Artemisia/Myotis candida)

quelle erano meraviglie del mondo antico remoto
in mezzo a deserti giallo-ocra palazzi svettanti nel cielo
acque incanalate del tigri e dell'eufrate sin su in alto
a quei palazzi di argilla seccata al sole nel rigoglio
dei giardini pensili che il re nabucco regalava alla sua amata
amytis regina malata bianca come la luce del cielo
là a babilonia ventiquattro secoli fa per il gusto
e il piacere degli occhi e dell'anima

raccontata con l'impronta su argilla fresca
con il timbro dei tratti cuneiformi

modesto e soddisfatto piacere questo mio
di guardare mirando da lontano qualche ninive
dalla cima di un povero sesto piano fatto in cemento
perché l'argilla rimane ad ospitare le rane in risaia
la mia piccola compiaciuta babilonia
e il mio suo pensile giardino con salici rosa canina
limone ciliegio profumato basilico lauro rosmarino
salvia e timo che l'artemisia c’è già e sei tu che l'hai guardata
irrorati dalle mie acque ora immune quasi dalla popilia

essenze profumate insieme all'odore di sandalo fumigante
e la tua immagine che passa a volo d’ali
a inebriare i sensi di gusto e con gusto
puntato verso la costellazione di orione o verso selene
con i suoi occhi che guardano me che guardano te
aspira ai cieli infiniti siderali il modesto pensile giardino
e incontra accarezza lambisce titilla l'azzurro luminoso
profondo intenso assoluto del tuo sguardo immanente

arrampicato in cima proteso verso l'infinito
in un acme assoluto di sensi e di orgasmi
pensile sospeso nel vuoto a penzoloni all’ in su
nel mio guardarti
mirarti
cercarti
trovarti
tutta quanta
tutta tutta
e anche oltre

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