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martedì 18 agosto 2020

OCCHI

 OCCHI

per guardare le pozzanghere trapezio delle risaie
per scrutare azzurri smisurati e batuffoli di cotone
per sfidare palla di fuoco rovente di riverberi

leggono sfrontatamente pagine e pagine virtuali
decifrano grafemi in forma di parole e di pensieri
interpretano cartigli verbali sugli schermi accesi

volano a scovare dovunque pure l'inespresso
il detto il non detto e il solo accennato
con battito di ciglia tremante ma sicuro

e sono i miei e sono i tuoi e sono i nostri sguardi collettivi
vanno alla radice di neuroni e sinapsi
navigando di bolina fino in fondo e anche oltre

e i miei scuri son caldarroste rosolate
e i tuoi celesti zaffiri e giada
e anche quelli oscuri estranei e sconosciuti

vedono sognano proiettano su candidi lenzuoli
disegnano l'esistente e pure il fantastico
con pennelli flessuosi di pelo di martora

e quel che c'è o che non c'è o che esserci potrebbe
sono il film dell'esistente e del possibile
fin dall'infanzia già favola di fonti

a inventare costruire generare creare
occhi maieutici per far nascere il mondo
che non è detto ci sia davvero e sia così


e le pozzanghere sono pathwork di risi
e i desideri favole in extrasistole
e tutto diventa un sogno sognato


e per vedere allora chiudo gli occhi

stanchi e arrossati ormai dalla polvere del tempo

chiudo gli occhi sogno e invento il reale

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