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mercoledì 23 gennaio 2019

LE RIVE OPPOSTE DEL FIUME-2-(le relazioni umane)
Come prevedevo, non passò troppo tempo che poi mi sarebbe venuto a cercare.
Era avvenuto poco tempo dopo. Aveva subito attaccato bottone. Prima rimase ad ascoltarmi. 
Con la faccia schifata quando parlavamo di problemi generali. Ma con curiosità e interesse quando gli raccontavo i miei vissuti femminili.
Per un po' mi aveva ascoltato. Con brevi interruzioni per sue domandine, commenti, battute. Poi era tornato a parlare a ruota libera. Diceva che non lo faceva mai.
Con le donne soprattutto. 
Quando c'erano relazioni. 
Tentativi di approccio suoi. 
O anche abbordaggi seduttivi da parte degli aspiranti… Che avrebbe scaricato 
Che lui teneva in ogni caso distanti, da tutti i punti di vista. 
In quei casi aveva già un cliché mentale, che seguiva e che risultava molto credibile alle sue interlocutrici.
Tranne forse quella volta che mi aveva conosciuto con il suo collega.
E che per questo trovava piacere a incontrarmi.
"… Ho ripensato molto alle cose che mi hai detto… A parte le tue idee sul mondo. 
Che preferisco lasciare da parte lasciandoti le tue convinzioni fin quando non cambierai anche tu idea come noi. Mi ha incuriosito il racconto delle tue esperienze con le femmine.
Sostanzialmente anche tu hai sempre avuto la conferma di come io le definisco. Tu, a differenza di me, ti accontentavi. O almeno mi sembra di sentire che spesso lo hai fatto sperando di poterle trasformare.
Qualche volta anch'io, ascoltandole, sentivo che tiravano fuori, sotto la maschera di donne passate in età, le proprie fantasie infantili. Che avrebbero desiderato essere trattate da ragazzine. Tu dici che a volte ci sei anche riuscito. A far sesso con loro, o come tu preferisci dire, a farci l'amore… Di vederle come fossero delle ragazzette… Ma quelle vere sono un'altra cosa, quando l'avrai provato me lo racconterai.
Ninfomani, maniache sessuali, certo ne ho trovate anch'io molte. Da quelle esplicite che me lo dicevano subito in faccia. Ad altre che se lo lasciavano scappare dopo. A mezze parole. Ad allusioni. Con comportamenti.
Anche tu, mi hai detto, che con queste ti limitavi all’ "usa e getta".
Con altre, con una certa ironia, io vevo fatto finta di guardarle come fossero adolescenti. Cosa abbastanza difficile! Ahahah…!
Comunque, ti assicuro che anche molte ragazzette imberbi, quasi senza piume là sotto, se le lasciavo sbottonare a dovere, venivano fuori le loro perversioni, le loro fantasie morbose, da piccole ninfomani in erba. 
Che non ci sono solo nelle tardotte di mezza età. Te le puoi manipolare come vuoi, le più giovani. Sono contente di imparare. Anche se spesso risultano insoddisfacenti per la scarsa esperienza.
C’è il rovescio della medaglia sempre. 
Le sposate hanno più mestiere. Ma deludono per come si presentano fisicamente. E per le lacune e gli incipienti malanni che inutilmente di nascondono.
Ti consiglio comunque, di seguire il mio esempio cercando materia umana di prima scelta… 
Hai qualche anno più di me, ma so che anche quelli come te piacciono alle nostre puledre.
E se ti capitano ancora quelle che ti cercano per usarti, anche se lo vedi benissimo e lo capisci da solo, cerca di tenertene alla larga. Fanno i loro comodi. 
Dopo la sceneggiata, immancabilmente ritornano al loro nido casalingo che le rassicura. Qualche coglione si contenta di averle così. Facendo finta, anche lui, di non capire che vanno a divertirsi altrove. Le lasciano in libera uscita. Non mostrando gelosie. Anche quando scoprono particolari sulle mogliettine, per loro eventuali gaffe. Hanno le spalle sicure. Credo che anche a me qualche volta sia capitato. Prima del fattaccio. Io avevo le mie consolazioni… Però mi sentivo la casa calda. E mi bastava…
Attento poi al rischio pericoloso di farti prendere da raptus amorosi. Credimi, quella cosa lì, dell'amore, è molto spesso un'illusione.
Sì, lo confesso, anch'io qualche volta stavo per crederci. Ma ero giovane e qualche volta sono stato ingenuo. Ora sto al gioco, ma non ci casco assolutamente più.
Può darsi come dici tu che a qualcuno sia capitato per davvero. Non so come fanno, però!"
Messi da parte gli aspetti scogliosi, ci lasciammo andare di nuovo alle reciproche confidenze.
Anche in quel caso trovavo interessante avvicinarmi all'altra sponda del fiume. Guardare la realtà con gli occhi di qualcun altro. Un modo di vedere le relazioni umane, quelle sentimentali ed erotiche.
Per le amicizie maschili mi diceva che aveva sempre fatto così. Parlare a ruota libera. Fidandosi dell'ascoltatore. Molto più cauto, prudente e guardingo con le donne. Stupiva che io mi fidassi a raccontare anche a loro. Raccomandandomi di starci molto attento.
Né lui né io fummo mai espliciti fin in fondo a raccontare particolari anagrafici sulle donne che avevamo incontrato.
Talvolta, provavo ad immaginarmi , come faccio sempre, l'aspetto, la voce, gli atteggiamenti delle donne di cui mi parlava. Sia quando le denigrava, sfottendole quando le guardava con distacco nei loro maldestri tentativi di approccio. Rifiutato oppure no.
Raramente avevo notato un vero interesse da parte sua per quelle persone.
Facevo fatica a immaginare la sua vita abituale. Amici. Incontri. Viaggi. Routine familiare. Lavoretti qua e là per tirar su un po' di soldi. Soprattutto sentivo il suo compiacimento nella solitudine. Formali contatti umani. Ma lui diceva che gli bastavano.
Neppure entrai io in particolari circa le mie vicende. In parte per pudore, riserbo, diffidenza. E insieme perché mi sentivo giudicato e criticato. Per la mia bonaria fiducia. Era come parlare con un'altra parte di me. Che credevo di avere allontanato. Spostato. Disattivato.
Ma mi veniva sempre in mente quel passo di Ivan Turhenief, in cui fa dire a una anziana: 
"nessuno può davvero conoscere un'altra persona. Nessuno può entrare davvero nella sua anima. Al massimo ci si può avvicinare…"
Mi andava bene approfittare di quella occasione di comunicazione aliena, come catalizzatore. Per guardare meglio dentro di me. Conoscere meglio me stesso. Rivedere con luce nuova il mondo. Soprattutto il mondo delle relazioni, degli affetti, di quelli che io qualche volta ero riuscito a considerare "i miei amori".
Per il resto ero abbastanza pessimista naturalmente.

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